Cassandra: tra fiumi, geologi e Piazza della Libertà. Di chi la colpa ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Diciamo subito che la colpa è della avverse condizioni climatiche. Punto. Detto questo bisognerebbe risalire alle reali, se esistenti, responsabilità di chi poteva intervenire e non lo ha fatto. Mi riferisco al cosiddetto al ciclone tutto nostrano denominato “Cassandra” che sta seminando panico e danni dappertutto. Da Salerno a Sapri è conta di danni: alberi e cartelloni pubblicitari divelti, fogne in tilt, sottopassi off limits, notti di paura; niente di paragonabile con “Sandy” il vero uragano-ciclone che sta devastando le coste atlantiche degli Stati Uniti d’America. Ma lì è un’altra cosa; qui da noi alle avverse condizioni climatiche si accoppiano sempre, e comunque, le responsabilità degli uomini, di chi poteva fare e non ha fatto, di chi poteva dare l’allarme e non  l’ha dato, di chi poteva contrastare le costruzioni abusive e non le ha contrastate. Ho letto con molta attenzione (almeno spero !!) ed anche con molto interesse  l’intervista rilasciata da Francesco Peduto (presidente dell’ordine dei geologi della Campania) al quotidiano “Il Mattino” di lunedì 29 ottobre 2012. L’ho trovata allarmante, nei toni e nei modi in cui, il presidente dell’ordine professionale più importante per la tenuta del territorio inteso come “territorio fisico” della nostra regione, ha trattato l’argomento della tutela dello stesso territorio. La risposta che mi ha più allertato è stata: “E’ sempre la stessa storia, scontiamo anni d’incuria e mancata manutenzione ma sono cose che diciamo almeno da dieci anni. E la luce è ancora lontana”. Da semplice cittadino, prima ancora che da giornalista, mi sono chiesto come è mai possibile che un “ordine professionale” così importante come quello dei geologi possa essersi limitato semplicemente all’arco temporale di dieci anni per dire queste cose (ammesso che le abbia dette !!) e non si sia attivato, invece, con tutti gli strumenti a sua disposizione per fermare sia i silenzi della politica che lo scempio illimitato consumato dalla gente comune. E mi sono anche chiesto, questa volta solo da giornalista, se e come l’0rdine è intervenuto in questi anni su tutti i suoi iscritti che, comunque, qualche certificazione ad hoc l’avranno pure rilasciata ad impenitenti devastatori della natura. Nella fattispecie non parlo tanto o soltanto dei lavori privati ma essenzialmente di quelli pubblici che hanno assoluta necessità della certificazione geologica a conferma della bontà dei grandi lavori da eseguire. Faccio un esempio pratico, anche perché con i pensieri ed i sospetti non si scrive nessuna storia, figurarsi la cronaca. Potrò anche sbagliarmi, e spero di sbagliarmi, ma per la costruzione della prima parte della mega Piazza della Libertà a Salerno, quella voluta testardamente dal sindaco, c’è stato o no bisogno anche di un attestato di regolarità da parte del mondo della geologia ? Un lavoro così importante non riesco proprio ad immaginarlo senza il parere dei geologi, sarebbe un controsenso colossale. Ebbene sappiamo tutti cosa sta accadendo per quella Piazza che ha dovuto registrare dei crolli già per la prima parte della sua struttura. E meno male che è successo adesso, figuratevi se fosse accaduto dopo l’ultimazione dei lavori sia alla Piazza che al Crescent. Probabilmente qualcuno adesso dirà che tutto ciò non c’entra affatto con la devastante Cassandra, e forse potrà avere anche qualche filo di ragione. Difatti non c’entra, ma è ancora più grave se il crollo è intervenuto senza bisogno di una spinta climatica. Ma c’entra, però, con l’ordine dei Geologi, e questo credo di poterlo affermare senza esitazione. Prima di parlare, quindi, è bene riflettere, ed anche a lungo.

One thought on “Cassandra: tra fiumi, geologi e Piazza della Libertà. Di chi la colpa ?

  1. Caro Bianchini,ricordi le dotte lezioni che ci faceva il nostro grande ed indimenticabile amico Prof Ing Franco Amatucci,sul mare?Col mare non si scherza e tutto quello che può dare è imprevedibile.Una città che vive sul mare deve prevedere i danni che le correnti possono fare.L’urbanistica di una città che vive sul mare deve tenere conto che esiste una forza della natura dalla quale,talvota,ci si deve difendere.E’ stato fatto tutto ciò a Salerno?Ciao e cari saluti ( p.s. non sono nemico di Salerno !)

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