Cava/9: il disastro dopo la fuga del capo !!

Aldo Bianchini

CAVA de’ TIRRENI – Il solito lettore che incrocio all’edicola di Torrione mi ha chiesto allarmato: “Direttò, ma che sta succedendo ?”. Aveva in mano un paio di giornali e leggeva perplesso i titoli, tutti di prima pagina, sul terremoto giudiziario che sta sconvolgendo Cava de’ Tirreni. La mia risposta, questa volta, è stata laconica: “Cosa succede, succede che li arrestano tutti, perché sta passando il principio della colpevolezza a prescindere di tutti i politici e gli amministratori di destra. Nella nostra provincia come altrove”. E’ andato via molto turbato, ha capito al volo che qui è in ballo il gioco della democrazia. Dopo il mezzo passo indietro di Berlusconi le Procure si sono scatenate ancora di più contro il centro-destra, ora hanno il campo libero e più tempo da dedicare ai piccoli “caimani” della nuova politica di destra.  Se prendiamo in esame la geografia politica della Provincia di Salerno ci rendiamo subito conto che in quasi tutte le amministrazioni locali di destra sono arrivate le Procure o, comunque, è piombata la DDA. Inutile, adesso, metterci a fare l’elenco dei comuni devastati, uno per tutti l’esempio dello stesso Ente Provincia. Siamo arrivati al punto che un sindaco non può più nemmeno nominare un capo dei vigili (leggasi il sindaco Mauri di Angri !!) che subito scatta l’inchiesta. Una cosa veramente assurda e il rischio di una “deriva democratica”, proprio come quella che la Procura di Milano ha cercato di addossare a Berlusconi, da parte della magistratura è fortemente concreto. Basta guardare a cosa è accaduto a Taranto nelle ultime ore per non rimanere impassibili e sereni; ognuno dovrebbe fare la sua parte per far ritornare nel suo alveo naturale della “giustizia commutativa” una grossa parte dei Pubblici Ministeri. E’ a rischio l’intera economia del Paese e bene ha fatto il ministro Clini a dichiarare che chi si mette di traverso rispetto al decreto che fissa i parametri di tutela ambientale per l’ILVA si assume responsabilità gravissime. Ma tutto questo, qualcuno dirà, cosa c’entra con l’inchiesta di cava de’ Tirreni. C’entra e come, ed anche la stampa farebbe bene il suo mestiere se invece di limitarsi a dare clamore agli arresti ed alle perquisizioni incominciasse a porre serie domande su dove andremo a finire. Nel merito di questa inchiesta avremo tempo e modo di entrare e di analizzare punto su punto. Come primo commento mi ha impressionato la lettura di un brano dell’interrogatorio di Matteo Monetta che comincia così: <<Ho potuto intuire la creazione di un vero e proprio sistema nel quale vi è un rapporto stretto tra polittici e imprenditori, nel quale i politici garantiscono il lavoro ed eventuali omissioni nei controlli edilizi da parte degli organi preposti e gli imprenditori finanziano l’azione dei politici e le relative campagne elettorali …>>. Mi sembra una specie di “esposto-denuncia legale”, studiato a tavolino e preparato da un avvocato, e non la dichiarazione dinnanzi alla competente autorità inquirente con tanto di timore per le cose che si vanno a dire in relazione alle successive ripercussioni. Quasi come l’interrogatorio in carcere del “camorristello Pinuccio Cillari” che per accusare i deputati Carmelo Conte e Paolo Del Mese utilizzò il verbo “compulsare” per dire testualmente <<sono stato compulsato da Conte e Del Mese>>; era il mese di luglio del 1993 e i due parlamentari piombarono nella tempesta di tangentopoli per finire, poi, assolti dopo molti anni. E poi un’altra cosa. Come fa un organo inquirente a credere ciecamente nelle parole di un consigliere comunale che fino a qualche mese fa ha combattuto una battaglia di presunta illegalità (almeno all’apparenza !!) spingendo fino all’inverosimile tutta l’Amministrazione Comunale a manifestare contro l’abbattimento delle cosiddette “costruzioni abusive” che la stessa Procura avrebbe già dovuto abbattere e ad indurre un’intera maggioranza ad approvare in consiglio delibere a favore degli abusivi. Nessun giornale ha cominciato una riflessione del genere, purtroppo. Ma è così, è la stampa che il centro-destra merita non essendo in grado, dopo tutte le convenzioni a gogò, di esibire neppure uno straccio di portavoce in grado di interloquire in nome e per conto. Poi c’è anche la posizione dell’altra gola profonda, Mario Pannullo, ma c’è tempo per esaminarla. Una cosa, in chiusura, però lasciatemela dire. Tutta questa marea giudiziaria contro il centro-destra probabilmente era stata predisposta perché volevano il Capo, cioè volevano Edmondo Cirielli che è stato abilissimo, dobbiamo riconoscerlo, a fare un passo indietro quando era ancora in tempo. Comunque non c’è niente da minimizzare, a cava è accaduta una cosa che non era mai accaduta in passato: i Carabinieri nel Municipio; e non c’è proprio nulla da propagandare ai quattro venti come usa fare il deputato IdV  on. Francesco Barbato che da qualche tempo sembra essersi dedicato allo sport di chiedere la chiusura delle municipalità. Alla prossima.

3 thoughts on “Cava/9: il disastro dopo la fuga del capo !!

  1. Conoscendo Bianchini, non plaudo al suo articolo perchè è in linea con il suo pensiero, perfettamente. Bella la storia del “compulsare” relativa al camorrista Pinucccio Cillari. Su Cava, però, c’è ancora olto altro da dire. Aspetto con ansia.

  2. Caro Aldo sono parzialmente d’accordo perchè tu sai benissimo che megli ultimi 15 anno la corruzione è aumentata del 110% e i controlli somo allo 0,01%.Con stima Antonio.

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