Il PARTITO POPOLARE EUROPEO CHIUDE LE PORTE A BERLUSCONI.

 

 

Antonio Citera

L’Europa vuole Monti e sbeffeggia Berlusconi. Il Cavaliere minimizza e ritorna sui suoi passi chiedendo la candidatura di Mario Monti. Il centro sinistra si chiude a riccio intorno al suo leader Bersani. Renzi temporeggia in attesa della volata finale. Il Partito Popolare Europeo nei giorni scorsi  ha chiuso la porta in faccia a Silvio Berlusconi, orchestrando uno sgarbo che avrebbe fatto arrossire chiunque, gli ha fatto trovare allo stesso tavolo il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, ed ha bacchettato le intemperanze di Berlusconi come pericolose per l’Italia e l’Europa mentre ha promosso l’operato del governo di Mario Monti. I giornali italiani, imbeccati dalla parte italiana del Ppe contraria a Berlusconi e che sta lavorando per spingere Monti a candidarsi, oggi presentano questi attestati di stima come un’incoronazione. Ma non è così. Pochi lo sanno, ma Monti ha già accettato di essere presente ad una analoga riunione del Pse, a febbraio. E le lusinghiere dichiarazioni dei leader europei riguardano ciò che è accaduto e non ciò che deve ancora avvenire. Naturalmente questo non significa che non sia cambiato qualcosa. Nell’occasione è stato sconfitto in modo brutale il sogno di Berlusconi di un sostegno dagli alleati europei e certamente la presenza di Monti a una riunione di partito in vista della  campagna elettorale potrebbe avere un significato che va oltre la presenza dovuta per difendere l’operato italiano in sede europea. Ma lo stesso Monti però sta giocando sporco, non è chiara la sua intenzione. Un tergiversare che sa di attesa, si candiderà oppure lascerà definitivamente la politica. Una cosa è certa, il ruolo di riserva di lusso non gli veste più. Vuole essere un protagonista il solo primo attore di uno scenario che lo ha visto da un anno a questa parte recitare in maniera impeccabile un copione scritto da altri. A parte la sicura candidatura di Bersani vincitore delle primarie del centro sinistra, nulla è chiaro nel centro e a destra. A due mesi dalle elezioni forse è venuto il momento di fare chiarezza. Se il presidente Monti si vuole candidare è il caso che lo faccia con trasparenza e prima possibile, dicendo con quali compagni di viaggio. Non si può restare sospesi, con un Silvio Berlusconi che impazza con le sue follie e Grillo che imperversa. Il sempre attivo Matteo Renzi invece corteggiatissimo dal centro destra appare indeciso. Resta a guardare, dice di volersi ricandidare alla guida di Firenze nel 2014 per farla diventare paradiso sulla terra. In pochi però credono alle sue parole, i bene informati sanno che il buon risultato delle primarie non può e non deve restare  solo una cattedrale nel deserto. Stante questo scenario, se Bersani fosse un uomo intelligente come sicuramente è, dovrebbe coinvolgere nella campagna politica anche Renzi per non perdere né i suoi voti reali né quelli potenziali che potrebbero arrivare dagli elettori delusi di destra, ma dubito che ciò avvenga visto come la nomenclatura del partito la pensa sul sindaco di Firenze. Alla fine ci ritroveremo al Governo le solite facce, sia che vinca la destra, sia che vinca la sinistra e tutto tornerà come prima con l’incubo, molto più che reale, di vedere una riedizione pseudo tecnica  del Governo Monti.

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