Cemento/9: la soprintendenza dice “no”

Aldo Bianchini

SALERNO – Sono sincero, stento a crederci ma la soprintendenza ha detto “no”. Forse è il primo no dell’era De Luca, ed è quanto dire. Parlo di Piazza Cavour e dei box interrati che il Comune di Salerno, o meglio il sindaco di Salerno, vorrebbe realizzare, anzi vuole realizzare anche se ha dovuto incassare il no della Soprintendenza. In verità mi sarei aspettato che Gennaro Miccio si fosse presentato nella “conferenza di servizi” appositamente organizzata e ci avrebbe messo la faccia per pronunciare il fatidico no. Non è stato coraggioso fino in fondo ( ma va bene anche così !!). Il coraggio l’ha improvvisamente ritrovato qualche giorno dopo quando, in assenza di De Luca, ha pontificato dalle pagine di “Progetto” (trimestrale dell’ordine degli architetti) sugli ultimi cento anni di urbanistica a Salerno arrivando a bocciare quasi tutta l’idea urbanistica del mega-sindaco per la “sua Salerno”; strano che soltanto adesso qualcuno se ne ricordi !!, ma di questo ne parlerò in un prossimo articolo. Ritornando a Piazza Cavour, il soprintendente, ha mandato il funzionario Giovanni Villani che è stato lapidario nel dire  che <<il progetto del parcheggio interrato sotto Piazza Cavour non è compatibile con il contesto paesaggistico della zona>>. Strabiliante, assolutamente esaltante, brava la Soprintendenza che boccia un progetto invisibile (perché sotto terra !!) anticipando i tempi e i termini e non si pronuncia su un progetto visibilissimo (che svetterà verso il cielo come la muraglia cinese a perenne ricordo dei fasti deluchiani, il Crescent !!) facendo scadere i tempi ed anche i termini. Ma le mirabilie non finiscono qui, vi prego di continuare a leggere cosa è capace di fare la Soprintendenza di Salerno.  Secondo la predetta Soprintendenza tutte le aree che insistono fino a 300 metri dalla battigia sono costrette a vincolo paesaggistico, ovvero tutti gli interventi prevedibili in queste specifiche zone <<andrebbero a rompere la continuità della passeggiata del lungomare>>. Come dire che il lungomare di Salerno finisce davanti l’ex  “Jolly Hotel” e che tutta l’area di Piazza della Libertà e del Crescent innanzitutto dista più di 300 metri dal mare, non è sottoposta a vincolo paesaggistico e non rompe la continuità della passeggiata. Posso capire che i colleghi giornalisti, dai quali ho mutuato queste affermazioni di Villani, nella fretta di fare i loro pezzi non pensano all’enormità delle dichiarazioni del funzionario della Soprintendenza, ma non posso credere che personaggi storici dell’ambientalismo salernitano (cito la Raffaella Di Leo per tutti !!) non si rendano conto dell’assurdità delle motivazioni addotte che dovrebbero valere solo per un pezzo del lungomare e per il resto niente. Anzi c’è anche un’aggravante; la Soprintendenza, tra le righe, annaspando alla ricerca di giustificazioni da presentare nella conferenza di servizi, insinua che il Comune non aveva ben chiarito l’aspetto paesaggistico e della continuità della passeggiata. Come se fosse necessario, al di là delle norme, chiarire queste cose elementari che sono sotto gli occhi di tutti. Meglio dire che la Soprintendenza dopo il primo si, alla luce delle polemiche scatenatisi, ha avuto paura delle conseguenze ed ha fatto un rapido passo indietro mandando su tutte le furie il sindaco che, in cuor suo, forse aveva già materializzato l’opera che aveva presentato in pompa magna a settembre. Dieci milioni di euro in “project financing” per un appalto che non può e  non deve saltare, costi quello che costi. Insomma il parcheggio interrato di Piazza Cavour, diniego o meno della Soprintendenza, è un’opera “che sa’ da fare e si farà” (linguaggio imperiale e da probabile ministro del 2013). Del resto dietro le quinte dell’opera già si sono mosse, scomposte e ricomposte, una serie di imprese riunite in varie associazioni, come un puzzle inestricabile di scatole cinesi. Secondo voci non controllate di corridoio sembrerebbe che quest’opera sia stata già utilizzata a mò di bilancino per la composizione di diversi accordi politici con imprese (alcune delle quali assolutamente sconosciute al grande pubblico) che transitano facilmente da un raggruppamento politico all’altro toccando, a volo d’angelo, tutti gli schieramenti in campo. Insomma per accontentare tutti e non scontentare nessuno. Ma tutto questo lo vedremo nella prossima puntata di questa storia.

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