AIFVS: giustizia per Mario

 

 

Da uff.stampa Aifvs

POZZUOLI – Dopo due rinvii per un difetto di notifica la famiglia Grieco, accompagnata da una delegazione dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada, è tornata in tribunale per chiarire le cause del decesso del giovane Mario, strappato alla vita in un incidente stradale il 23 maggio del 2009 a Licola. “Finalmente dopo tante udienze di rinvio causate da disguidi di cancelleria per omessa notifica degli avvisi è iniziato, avanti alla Dottoressa Gaudino del Tribunale di Napoli,  il processo per l’omicidio di Mario Grieco di anni 20 a carico di S. F. residente in Giugliano in Campania, a cui è stato contestato il reato di omicidio colposo – ha reso noto l’avvocato dell’Aifvs Gianmarco Cesari – perché il 23 maggio 2009, mentre era alla guida dell’autovettura Audi 3 e percorreva la strada via Licola Mare in direzione Pozzuoli verso Giugliano, avendo alla sua sinistra il motoveicolo Kymco People condotto da Greco Mario, per negligenza, imperizia e imprudenza, consistiti nell’omettere di usare la dovuta imprudenza, giunto in prossimità del largo Serenella, improvvisamente sterzava a sinistra impattando violentemente con il predetto motociclo, facendogli cambiare traiettoria e spingendolo contro il cancello d’ingresso del lido Le Ancora”. “Per effetto dell’impatto, Grieco decedeva sul posto per shock traumatico emorragico per lesioni cranio encefaliche e polmonari – ha aggiunto l’avvocato – L’imputato rifiutava di sottoporsi agli accertamenti sullo stato di alterazione psicofisica conseguente allo stato di ebbrezza alcolica per la determinazione del tasso alcolemico e agli accertamenti sullo stato di alterazione conseguente all’uso di sostanze stupefacenti psicotrope”. Nel processo si sono costituiti parte civile i genitori Rosa Di Bernardo e Giuseppe Grieco e l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada; tutti difesi dal legale Cesari. Nel corso dell’udienza sono stati inoltre sentiti l’appuntato Domenico Abbate ed il maresciallo Membrino, i quali hanno raccontato la scena che si era presentata ai loro occhi al loro arrivo sul teatro dell’incidente quando ancora il casco era vicino al corpo del giovane esanime. “Siamo soddisfatti dell’udienza, speriamo che possa emergere al più presto la verità dei fatti – affermano i genitori, Giuseppe e Rosa, che hanno riposto nel Giudice Gaudino le richieste di giustizia per il dramma che ha cambiato loro la vita –  La morte di Mario ci ha stravolto; perdere un figlio non è umano. Andiamo avanti nel suo ricordo e nella speranza di ottenere giustizia; combattiamo per lui nonostante non abbia più voce. Come tanti altri genitori dell’associazione, distrutti da un dolore straziante, chiediamo ai magistrati una pena certa per chi spegne una vita per superficialità, noncuranza e leggerezza”.

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