La sopravvivenza messa a rischio…

Di Barbara Filippone

SALERNO – Questa mattina, 29 gennaio, a Salerno un uomo ha minacciato di gettarsi dal cornicione del Tribunale, chiede da mangiare per i propri figli, chiede di parlare col sindaco De Luca per un problema di un terreno confiscatogli e che gli impedisce evidentemente la sopravvivenza. Queste le prime notizie flash… Ore 9.45 la protesta rientra, riescono a farlo tornare sui propri passi… adesso chiariranno le motivazioni  dell’estremo gesto. La notizia è appena stata battuta dalle agenzia di stampa e il fatto che queste cose accadono ancora una volta, mi fa pensare alla possibilità che in un momento di estremo bisogno, in cui ciascuno di noi possa trovarsi, le istituzioni possano non saper garantire quello che stabilisce l’art 25 della Dichiarazione Universale dei diritti umani che cita:

  1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

 

Battere una notizia del genere sembra quasi scontato in un momento particolare che la nostra bella Italia sta vivendo…

Questo articolo, però, dispone che l’uomo abbia DIRITTO a sopravvivere in maniera decorosa, a prescindere che sia malato o no, perché l’uomo non è solo uomo in quanto tale, ma l’uomo ha un cervello, un’anima, la forza per rialzarsi e quando la sua dignità viene calpestata, egli resta uomo in quanto tale, fatto di sola sostanza che necessita di mangiare. Questa riflessione mi collega alle necessità  di una buona parte del Mondo che continua a morire di fame e il fatto che in un Paese, come il nostro, civilizzato, con le risorse e le libertà tali da “poter” garantire la sussistenza minima ai suoi abitanti non ottemperi a questo principio, mi fa pensare e credere fermamente che ci sia bisogno di correre ai ripari finché si è ancora in tempo. La messa in pratica di questo articolo, infatti, si traduce per un paese civile con l’operatività delle politiche sociali, con le azioni positive in tema di occupazione, sanità, assistenza… se questo non accade e la macchina funziona male, le istituzioni, in quanto tali, dovrebbero far sì che i giovani possano continuare ad avere fiducia nelle istituzioni.

Noi non vogliamo demagogia… Vogliamo i fatti!

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