MASTROLINDO/1: l’INPS e la truffa del secolo ?

Aldo Bianchini

PAGANI – Eccomi qui, pronto a soddisfare le aspettative di chi (anche se anonimamente e vilmente !!) si era chiesto cosa mai io potessi scrivere su una vicenda così brutta e così palesemente colpevolizzante, soprattutto nei riguardi del mio carissimo amico Giuseppe Santilli raggiunto da un nuovo provvedimento restrittivo dopo quello per il processo “Linea d’ombra”. Dico subito che sulla vicenda ho tantissimo da scrivere; innanzitutto che già due degli indagati “Giuseppe Santilli e Angela Manuela Ventre” sono stati completamente scagionati e immediatamente “rimessi in libertà se non detenuti per altra causa” (così recita la formula). Detto questo, vi invito a seguire attentamente quello che scrivo perché avrà un peso decisivo su quanto andrò a raccontare nei prossimi articoli. Giuseppe Santilli è “consulente del lavoro” di professione fin dagli inizi degli anni ’70; Angela Manuela Ventre è anch’essa “consulente del lavoro” di professione da alcuni anni e “figlia d’arte”.  E’ appena  sufficiente pensare e riflettere sul fatto che i due erano stati indicati come il fulcro o meglio come il “cuore pulsante” di tutta la truffa per capire che qualcosa in questa “mega inchiesta” non quadra alla perfezione. Anche perché in tutta la vicenda non c’era e non c’è soltanto “un figlio d’arte” (la Ventre, ndr !!), ma su questo aspetto cercherò di ritornare nei prossimi articoli.  Ovviamente l’inchiesta sulla “truffa INPS” non è stata condotta male, anzi bisogna riconoscere che finalmente un magistrato è riuscito ad infilare il dito nella piaga che dilaga su tutto il territorio provinciale e non soltanto nell’agro nocerino-sarnese e più specificatamente a Pagani. La piaga c’è tutta ed il PM Roberto Lenza fa benissimo ad andare fino in fondo; deve però stare attento alle tante disattenzioni che gli uomini delle forze dell’ordine e gli ispettori delle famose task-force possono commettere anche non volendo o soltanto per fretta e distrazione. Ma avremo tempo nei prossimi giorni per analizzare tutti i vulnus dell’inchiesta. L’indagine, dicevo, è corposa ed anche ben mirata e condotta, il problema c’è e va ricondotto nelle linee della perfetta legalità, senza fare di tutta l’erba un fascio, altrimenti si induce l’osservatore a credere in una costruzione macchinosa e complottistica contro questo o quel personaggio. E se è vero come è vero che il problema delle false assunzioni esiste su tutto il territorio provinciale perché per il momento è scoppiato soltanto a Pagani ? Provo ad azzardare una risposta credibile: “Perché su Pagani si sono concentrati vari interessi personalistici, tra INPS – Ispettorato Lavoro – INAIL –  Forze dell’ordine – Magistratura, che seppure disgiunti tra loro hanno casualmente trovato un comune denominatore, di natura politico-amministrativa-legale, nella costruzione di quel teorema investigativo che passa sotto il nome di <Sistema Pagani>”. Chiarisco ancora meglio il mio pensiero perché la cosa è importante: i vari interessi, in partenza, non hanno avuto o raggiunto alcun accordo preventivo ma gli attori in campo sono quelli e l’obiettivo parzialmente raggiunto lascia credere a chi osserva dall’esterno nell’esistenza di un “progetto concertato”, altrimenti non c’è spiegazione logica per un’inchiesta così diffusa e devastante. Insomma quando la politica si miscela con interessi di natura amministrativa, istituzionale e professionale, si perdono di vista le varie e autonome facce del problema e il tutto si mescola in un coacervo di dubbi, veleni e vendette che fanno soltanto male. Ripeto ancora una volta, per non essere frainteso, che il problema a Pagani per le false assunzioni e le conseguenti “truffe all’INPS” c’è eccome e che bisognava, come bisogna, sradicarlo con forza. Ma, come c’era e c’è a Pagani, esiste anche nelle altre zone  del territorio, semmai in forma meno appariscente, ma c’è. Insomma, per dirla tutta (almeno per il momento) la dottoressa Gabriella Zaccaria (direttrice dell’INPS di Salerno) non ha inventato nessun sistema per scoprire le truffe all’INPS e la stessa, prima di rilasciare interviste frettolose, avrebbe fatto meglio a meditare sugli “orticelli di potere” che si annidano in ogni Ente Previdenziale ed in ogni Organo di controllo e che, col tempo, portano a simili derive di illegalità. Ma avremo tempo anche per questo aspetto. Intanto mi preme ristabilire alcune primogeniture. Mastrolindo è una denominazione riciclata, la vera Mastrolindo si ebbe nel 1996 e coinvolse numerose “ditte di pulizia” che detenevano la titolarità degli appalti nelle Asl e nei pubblici uffici; quella inchiesta, però, dopo numerosi e clamorosi arresti finì in una bolla di sapone. Spero che questa vada avanti e faccia davvero pulizia.

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