IL CLIMA NELLA STORIA DELL’UOMO

METEOROPATIE

Dei disturbi fisici e psichici provocati dalle variazioni climatiche

 

PREFAZIONE

Il saggio che il collega Caso ha voluto portare all’attenzione di una fascia certamente non esigua di medici, richiama un argomento di scottante attualità: il clima e la sua influenza sulla salute dell’uomo, un impatto tanto marcatamente significativo da aver dato luogo a ripetute segnalazioni già da tempi remoti su un gruppo di affezioni morbose ad esso collegate. Definite sotto il profilo clinico a tassonomico solo in età contemporanea, queste appaiano oggi adunate nel nome felicemente evocativo di meteoropatie. Il tema affrontato dall’Autore non è certo di secondario interesse, dal momento che in ambito internazionale si è aperto un severo dibattito scientifico e politico sui mutamenti climatici in atto, che stanno sconvolgendo la nostra biosfera. è un problema che investe l’intera comunità internazionale oltre che responsabilità di alto livello, ma che nella quotidiana pratica professionale del medico di prima linea si configura in modelli clinici ben qualificati, anche se non sempre riproducibili in via sperimentale. Le più antiche osservazioni sugli effetti del clima nella storia dell’uomo rimontano ai primordi degli studi sulla natura e l’Autore ricorda opportunamente lo scritto ipocratico ‘Aria,acqua, luoghi’ quale una delle prime riflessioni razionali sul nesso causa effetto tra condizioni metereologiche e patologiche ad esse correlate. Dopo alcuni richiami storici riguardanti la vexata quaestio, Caso porta l’eccento sul concetto di clima e sulle sue modificazioni naturali o indotte, per passare rapidamente ai fattori causali, soffermandosi in particolare sul significato di

stress e sull’importanza degli stressors. Chiude infine la tematica offrendo un sintetico, ma esaustivo panorama di sindromi meteoropatiche e fattori scatenanti, focalizzando l’attenzione sull’azione patogena dei venti e delle attività temporalesche, viste quali cause più comuni ed efficienti nell’insorgenza delle manifestazioni cliniche e avanzando al riguardo qualche spunto di prevenzione. Pur trattando argomenti scientifici e citazioni bibliografiche di squisito contenuto tecnico, la monografia di distingue per comprensibilità e scorrevolezza, due requisiti inusuali nella trattatistica medica, ma connessi alla sapiente adozione di un linguaggio semplice e accessibile anche ai non iniziati, una finalità evidentemente voluta dall’Autore e che ha raggiunto il pieno successo. Nonostante le discussioni sul clima degli ultimi decenni

testé accennate, sempre più accese ed incalzate da una giustificata preoccupazione, il discorso sulle meteoropatie sotto il profilo clinico non ha mai goduto di quel maturo e pensoso approfondimento che avrebbe meritato. La rivisitazione del collega Caso, presentata oggi al godimento di qualificati lettori, potrebbe essere spunto di un motivato riesame.

Bruno Ravera

Presidente

Ordine dei Medici-Chirurgici e Odontoiatri della Provincia di Salerno

 

 

Di Corrado Caso

“Le malattie possono essere dovute a disturbi interni o influenze esterne, in particolare, al clima”.

 Ippocrate di Cos è ritenuto il padre della Biometeorologia e della Bioclimatologia. Egli considerava la natura un “Quid divinum”, la causa efficiente di molti fenomeni patologici. La corruzione dell’aria, favorita da particolari condizioni climatiche come il prolungarsi del tempo umido, è stata da sempre ritenuta un fattore causale nell’insorgenza e propagazione delle malattie infettive. Considerazioni non del tutto empiriche che attribuirono l’insorgenza della terribile epidemia di peste che sconvolse l’Europa del XV secolo ad una particolare congiunzione di elementi atmosferici e astronomici. Pitagora, filosofo e matematico, nato a Samo in Grecia verso la fine del VI sec. a.C. e morto a Metaponto intorno al 480 a.C. considerava la malattia una conseguenza del turbato equilibrio tra corpo, anima e cosmo. Tito Lucrezio Caro scrittore e filosofo latino, secoli dopo asseriva nel poema scientifico-didascalico “De rerum natura” che la natura con i suoi eventi ha un’azione ostile sull’uomo costretto a difendersi da essa e materializzava il suo pensiero nel disorientamento notturno di un’umanità indifesa e senza risposte agli interrogativi sul mistero dell’esistenza. 6 Una storia infinita che, come filo invisibile, ha finito per legare nell’interesse e mettere a confronto culture e tradizioni geograficamente distanti. Lioeu Wan-son (1120-1200) dà, infatti, un’interpretazione scientifica della diversa influenza delle stagioni sugli organismi viventi. L’autore attribuì la relazione e la maggiore incidenza di malattie muscolari all’azione dei venti e l’incremento di patologie renali ai forti tassi di umidità. Secoli dopo, Teofrasto Bombasto Von Hohenhein (detto) Paracelso (1493/1541) considerato padre della farmacologia, allievo di Tritemio Abate di San Giacomo a Wurzburg e di Agrippa Von Nettesheim che lo iniziò all’alchimia, ascrisse l’origine delle malattie a un presunto influsso di stelle e pianeti sul “corpus” astrale dell’uomo. “La natura è un sistema di corrispondenze invisibili rese visibili nelle sue manifestazioni e per i suoi effetti”.  (fine prima puntata)

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