Come molti sono stato formato, idealmente evoluto, alla luce di una civiltà i cui valori sono, oggi, più attuali. Non so se il mio pensiero è la nostalgia di un tempo antico o di un tempo collaterale e al di fuori del tempo che stiamo attraversando o se le mille vicende che si susseguono senza darci respiro e, molte volte, speranza abbiano reso attuale e prudente richiamare il passato come un rifugio o una speranza per il futuro. Tutto questo potrebbe diventare un esercizio inutile e nostalgico per i benpensanti e per quanti vivono e sono integrati in una realtà che sembra non tener conto che la storia ha sempre unificato le etnie e la nazionalità dell’altro in un destino comune. Oggi, è l’epoca dei tecnici, dei numeri, del gioco come speranza di sopravvivenza, del profitto, di un estremo tentativo di metallizzare il DNA dell’uomo e renderlo un ingranaggio produttivo e a basso costo a cui dare e togliere energia, dare e togliere la vita. Ma le anime sognanti e gli argonauti hanno la coscienza vigile dei Patriarchi dal pensiero millenario, perché millenaria è la saggezza, che scruta il passato senza rifiutare il presente o il futuro ma cercando di realizzare attraversando la conoscenza e l’esperienza una ragionevole costruzione dell’ uomo migliore possibile. Lo spirito critico ripropone la domanda sul senso vero dell’esistenza, sull’utilità di certe scelte. Spirito come ricchezza trasferibile se narrata e testimoniata a condizione che lo spirito di libertà individuale ne comprenda e raccolga utilità e importanza. Sui banchi del Liceo un maturo insegnante era il narratore che prestava la voce e traghettava i suoi alunni nell’universo di Platone, Aristotele, Socrate e… sulle parole di Ippocrate generazioni di medici giuravano una fedeltà a un ideale che, in molti, avrebbe ispirato e ispira, ancora oggi, la professione e rassicura quanti a lei rivolgono speranza di salute e vita. Idee perfette, quanto di più perfetto è auspicabile a questo mondo, idee perfettibili in un confronto con un tempo post-moderno . Idee senza scorciatoie perché mettono in discussione i pilastri dell’ universo. sui quali misurare la coscienza del confronto, il senso della democrazia e del bene comune. Idee commiste alla carne dell’uomo a condizione che una speleologia individuale, alla luce sottile e inquieta della sapienza riesca a riconoscerne la traccia. L’albero genealogico della civiltà romana si identificò e fu definitivamente attratta dal fascino della civiltà greca. Una cattività necessaria alla quale i nostri predecessori non vollero sfuggire perchè rappresentava la via obbligata della conoscenza dell’uomo, ne svelava la complessità, il pensiero, la tragedia, la catarsi, la psico-analisi. Un debito di riconoscenza che avrebbe dovuto essere un monito d’onore per quanti considerano, come me, la Grecia la loro seconda patria.
GRAECIA CAPTA
