GRAECIA CAPTA

Di Corrado Caso

Come molti sono stato formato, idealmente evoluto, alla luce  di una civiltà i cui valori sono, oggi, più attuali. Non so se il mio pensiero è la nostalgia di un tempo antico o di un tempo collaterale e al di fuori del tempo che stiamo attraversando o se le mille vicende che si susseguono senza darci respiro e, molte volte, speranza abbiano reso attuale e prudente richiamare il passato come un rifugio o una speranza per il futuro. Tutto questo potrebbe diventare un esercizio inutile e nostalgico per i benpensanti e per quanti vivono e sono integrati in una realtà che sembra non tener conto che la  storia ha sempre unificato le etnie e la nazionalità dell’altro in un destino comune. Oggi, è l’epoca dei tecnici, dei numeri, del gioco come speranza di sopravvivenza, del profitto, di un estremo tentativo di metallizzare il DNA dell’uomo e renderlo un ingranaggio produttivo e a basso costo a cui dare e togliere energia, dare e togliere la vita. Ma le anime sognanti e gli argonauti hanno la coscienza vigile dei Patriarchi dal pensiero millenario, perché millenaria è la saggezza, che scruta il  passato senza rifiutare il presente o il futuro ma cercando di realizzare attraversando  la conoscenza  e l’esperienza una ragionevole costruzione dell’ uomo  migliore possibile.  Lo spirito critico  ripropone la domanda sul senso vero dell’esistenza, sull’utilità di certe scelte. Spirito come ricchezza trasferibile se narrata e testimoniata a condizione che lo spirito di libertà individuale ne comprenda e raccolga utilità e importanza. Sui banchi del Liceo un maturo insegnante era il narratore che prestava la voce  e traghettava i suoi alunni nell’universo di Platone, Aristotele, Socrate e… sulle parole di Ippocrate generazioni di medici giuravano una fedeltà a un ideale che, in molti, avrebbe ispirato e ispira, ancora oggi, la  professione e rassicura quanti a lei rivolgono speranza di salute e vita.  Idee perfette, quanto di più perfetto è auspicabile a questo mondo, idee perfettibili in un confronto con un tempo post-moderno .  Idee senza scorciatoie perché mettono in discussione i pilastri dell’ universo. sui quali misurare la coscienza del confronto, il senso della democrazia e del bene comune. Idee commiste alla carne dell’uomo a condizione che  una speleologia  individuale, alla luce sottile e inquieta della sapienza riesca a riconoscerne la traccia.  L’albero genealogico della civiltà romana si identificò e fu definitivamente attratta dal fascino della civiltà greca. Una cattività necessaria alla quale i nostri predecessori non  vollero sfuggire  perchè rappresentava la via obbligata della conoscenza dell’uomo, ne svelava la complessità, il pensiero, la tragedia, la catarsi, la psico-analisi. Un debito di riconoscenza che avrebbe dovuto essere un monito d’onore per quanti considerano, come me, la Grecia la loro seconda patria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *