SANITA’: la Lenzi spara a zero sui media, perché ?

Aldo Bianchini

SALERNO – E’ sempre lo stesso ritornello, quando qualcosa non va si spara subito a zero sui media e sul loro modo di fare informazione. L’intervento della direttrice generale dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, Elvira Lenzi, è soltanto l’ultimo in ordine di tempo. Ma, in tutta coscienza, come si fa a darle torto. Eppure i politici, i manager, gli amministratori, le persone pubblicamente esposte dovrebbero saperlo che l’informazione (soprattutto a Salerno) funziona proprio così: oggi si sbatte il mostro in prima pagina, domani si va alla ricerca di un altro mostro e mica c’è tempo per una riflessione o un approfondimento. Macchè !!, facciamo soltanto ridere. Una cosa gravissima nell’azienda ospedaliera è accaduta, come si fa a negarla (e neppure la Lenzi lo ha negato) ma una volta stabilito che c’è stato un grave errore umano non si può e non si deve mandare nel tritacarne tutta intera l’organizzazione ospedaliera che, tra tagli e negligenze personali, va comunque avanti in maniera abbastanza accettabile. Pochi giorni fa, nei viali dell’azienda, parlavo con un medico dell’ospedale che mi confermava pressappoco le cose che sto scrivendo. Vorrei solo suggerire alla Lenzi che non deve spaventarsi dei media nazionali, quelli gentile direttrice si muovono molto spesso sulle soffiate che giungono dal territorio ed anche loro hanno la pressione parapsicologica di trovare un mostro al giorno. Il problema, piuttosto, è quello delle commissioni d’inchiesta che, di tanto in tanto, l’Azienda o la Asl avviano e delle quali non si sa più nulla dopo appena qualche giorno. Probabilmente, gentile dottoressa Lenzi, è proprio per questo stato di cose che è venuta meno la fiducia nelle istituzioni, un sentimento che la classe giornalistica cerca (a volte sbagliando o esagerando) di prendere dalla gente comune e di portare all’attenzione generale. Un paio di anni fa un medico-dirigente della ASL entrò nel ciclone delle polemiche giornalistiche perché riusciva a guadagnare ben 1.700 € al giorno (circa 700mila euro all’anno) con una serie indefinita ed incontrollabile  di convenzioni e di lavoro straordinario tra un plesso ospedaliero e l’altro. Un professionista che probabilmente lavorava 24 ore al giorno, non per mettere timbri (come farebbe un postale !!) ma per salvare la vita alla gente; e con quali risultati di affidabilità ? Ancora oggi me lo chiedo, senza riuscire a darmi delle risposte. Eravamo tra il 2009 e il 2010 e l’allora commissario Francesco De Simone fece esattamente come ha fatto lei, nominò una apposita commissione d’inchiesta che doveva indagare sulla vicenda. Ebbene di quella Commissione, ovvero dei suoi risultati, non si è saputo più nulla e grazie alla complicità di una informazione che va soltanto alla ricerca del mostro quotidiano la cosa è stata letteralmente affossata. Capisco bene che l’Azienda come la ASL non può e non deve sostituirsi ai magistrati, ma niente e nessuno impediscono ad un direttore generale o ad un commissario di indire una nuova conferenza stampa e di rendere noti i risultati delle commissioni appositamente costituite. Qui si tratta di “malasanità” e proprio per questo che è giusto ed opportuno il massimo della trasparenza e dell’apertura verso il mondo dell’informazione; in questi casi l’Azienda e l’ASL devono essere come “case di vetro” perché sono la casa di tutti, anche dei giornalisti. Dalle cronache giornalistiche apprendo che alla manifestazione della CISL-Sanità era presente anche il direttore generale della ASL, Antonio Squillante, ottima occasione per mandare un messaggio anche a lui e che presto disveli gli arcani risultati di quella commissione sul medico milionario. Per quanto attiene la morte dell’anziana Nicoletta Ontana, nel cui addome è stata rinvenuta una pinza emostatica della lunghezza di ben 22 centimetri, è giusto che si faccia presto, anzi prestissimo e che prima della magistratura (dai tempi lunghi e surreali) arrivi il responso della Commissione d’inchiesta attivata dalla Lenzi che certamente non restituirà la vita alla  povera Nicoletta ma potrebbe portare un contributo di serenità e di sicurezza per tutti.  Su forza, un piccolo sforzo di trasparenza fino in fondo prima di andar via (come sembrano annunciare i giornali) la dottoressa Elvira Lenzi può benissimo farlo.

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