Arabia Saudita: le donne e le responsabilità sociali

Maria Chiara Rizzo

“La principale spinta delle donne saudite che vogliono entrare nel mondo del lavoro non è di natura economica, ma arriva dal desiderio di migliorare il proprio status sociale e combattere la noia”. Lo racconta un studio- pubblicato con il titolo “Saudi Working Women: Between Social Responsibility and the State’s Responsibility Towards Them” (Le lavoratrici saudite: tra responsabilità sociale e le responsabilità dello Stato nei  loro confronti)- realizzato dal dott. Hekmat Al Arabi, professore di sociologia all’università Kind Saud di Riyadh, che elenca le svariate motivazioni che stimolano le donne alla ricerca di un impiego.Secondo lo studio, la maggior parte delle donne saudite intervistate ha dichiarato che lavora per  una soddisfazione personale e per migliorare il proprio status, mentre il 22% per occupare il tempo libero e l’11% per esprimere la propria libertà. Inoltre, l’analisi rivela che il 71% delle donne interpellate desidera avere un ruolo attivo nel processo di sviluppo che coinvolge tutta la società, il 34% vuole dimostrare l’importanza del proprio ruolo e solo il 7% ha cercato un impiego per contribuire al reddito familiare.Le saudite lavoratrici lamentano un sistema normativo che non dà assistenza per la maternità: il 70% chiede assistenza per l’infanzia, il 64% rivendica una riduzione delle ore di lavoro e il 58% sottolinea l’importanza di poter lavorare vicino la propria dimora.  Quasi la totalità delle donne prese a campione rivendica la possibilità di potersi  rivolgere a strutture con personale specializzato  che si occupi dei loro figli durante le ore di lavoro.Il rapporto sottolinea anche che le donne che hanno espresso le motivazioni che le spingono a lavorare costituiscono solo una piccola parte delle saudite in età da lavoro e che le lavoratrici e quelle alla ricerca di un impiego sono solo una minoranza della popolazione femminile del paese.

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