Progetto turistico del Cilento

Aldo Bianchini

SANT’ARSENIO – La sera dello scorso 1° marzo, nella sede della direzione generale della BCC-Monte Pruno di Roscigno e Laurino ho assistito con molto interesse alla presentazione del libro “Il progetto turistico del Cilento – I pregi di una lunga solitudine” di Cosmo Guazzo (ed. Magna Graecia). Non è stata la semplice e noiosa presentazione di un libro, di uno dei tanti libri dei tantissimi scrittori che circolano su tutto il territorio provinciale; è stata una concentrazione di pensieri e di idee su come dovrebbe essere riorganizzato il “fenomeno turistico” nel Cilento ed in tutto il territorio del Parco Nazionale. Ma anche in questo c’è stata una nuova forma di interesse perché non sono stati fatti discorsi generici ed evanescenti, si è cercato di puntare il dito verso le cose che non vanno per riformare una condizione turistica mai sfruttata nel pieno delle sue potenzialità e possibilità sia sotto il profilo economico che sotto il profilo occupazionale. Va detto subito che all’incontro, come spesso accade, mancava proprio la parte che più di tutti dovrebbe essere interessata a simili discorsi, mancava cioè l’imprenditoria turistica locale, tranne un paio di eccezioni. Il prof. Pasquale Persico, profondo conoscitore delle diverse realtà cilentane e valdianesi, muovendosi con grande capacità espressiva e contenutistica,  ha tracciato la strada maestra da seguire tra la politica e l’imprenditoria per giungere più facilmente al nocciolo del problema che è rappresentato dall’interesse, più o meno accattivante, che bisogna sollecitare nell’immaginario del turista di professione o del visitatore occasionale. Non ci si può muovere più –ha detto Persico- sulla base di specifici e riduttivi interessi individuali ma bisogna pensare ad aree vaste, ovvero alle Città ed alle Altre Città, volendo con questo significare che le cosiddette “zone interne” se validamente organizzate potrebbero ottenere il riconoscimento di “Altre Città” per l’accesso a tutti quei privilegi riservati al momento soltanto alle “Città”. Nulla è impedito –ha concluso Persico- se ci si coalizza e si portano avanti interessi collettivi nel nome e nel segno delle zone di appartenenza. L’intervento più diretto e più penetrante è stato quello di Michele Albanese, direttore generale della Bcc Montepruno. Non è assolutamente piaggeria, la mia, ma Michele Albanese è stato ancora una volta molto pragmatico dando l’ennesima dimostrazione del fatto che la vicinanza al territorio induce a promuovere progetti semplici ma efficaci. La storia del turismo nel Cilento e nel Vallo di Diano, secondo Albanese, è una storia che non ha avuto successo e che per tale motivo va chiusa e va dato vita ad un’altra esperienza costruita sulla concertazione tra territorio, imprenditoria, associazioni e banche. E come dargli torto. Ma Michele Albanese va avanti e fa le pulci a tutti, innanzitutto alle associazioni che sono troppe e spesso inefficienti; bisogna ripartire dalle Pro Loco che devono avere un ruolo guida nella programmazione e nel rilancio del territorio di rispettiva competenza. Ci sono piccoli paesi in cui ognuno si fa l’associazione per conto suo per agguantare qualche promessa di sostegno, di sussidio o di finanziamento dall’amico di turno, meglio ancora se politico. “Così non si va da nessuna parte –ha detto il direttore generale della BCC Montepruno- e si spendono cifre incredibili per manifestazioni che non hanno alcun legame con il territorio e che sullo stesso non lasciano assolutamente niente in termini di economia e di occupazione”. Le parole di Albanese sono di una pragmaticità asoluta, e Michele le pronuncia con passione perché è convinto delle cose che dice, si infervora anche ma rimane sempre nelle righe della massima serenità e correttezza. Le parole, però, sono come macigni che rotolando colpiscono tutti; ma sono parole vere e sacrosante e vanno rispettate. Il progetto turistico del Cilento, ideato e scritto da Guazzo, è una sorta di vademecum che deve accompagnare i politici, gli amministratori e gli imprenditori del turismo verso una progettualità più concreta e più aderente alla realtà territoriale. Basta con i castelli di sabbia e via libera ad una progettazione concertata tra le varie entità, istituzionali e non, dell’area vasta cilentana, ovvero di “Altra Città”.  

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