Standard & Poor’s taglia il rating dell’Italia

Filippo Ispirato

Ad inizio settimana l’agenzia Standard % Poor’s ha tagliato il rating del debito pubblico italiano a lungo termine di un gradino, portandolo a BBB dal precedente BBB+.

Il rating rappresenta il giudizio sintetico sulla capacità di un ente, stato o impresa, di essere in grado di rimborsare il proprio debito; la valutazione si basa su diverse variabili tra cui le prospettive macroeconomiche, la situazione politica interna, il livello di debito pubblico, il saldo della bilancia commerciale.

I mercati, come era chiaro aspettarsi, hanno penalizzato l’Italia, che ha chiuso diverse sedute in territorio negativo. Il declassamento ad opera di Standard & Poor’s è stato solo l’ultimo in ordine di tempo, in quanto già nei mesi precedenti sia le agenzie americane Fitch e Moody’s che la cinese Dagong avevano fatto lo stesso.

Quali sono i motivi che stanno alla base di questa bocciatura per il nostro paese? Le ragioni sono molteplici, tra queste possiamo evidenziarne le principali:

– innanzitutto la presa d’atto della vulnerabilità economica e fiscale del nostro paese

– la situazione di instabilità successiva alle elezioni politiche

– la mancata attuazione di riforme strutturali credibili e durature che possano garantire la definitiva stabilizzazione del nostro debito pubblico, arrivato quest’anno al 129% del Pil

– il perdurare di un rallentamento economico che ci ha portato in recessione negli ultimi anni (per il 2013 si prevede una contrazione del Pil del 1,9%)

– la perdita di competitività del nostro sistema economico, condizionato in maniera pesante dalla burocrazia e dall’inefficienza del sistema pubblico

– l’incapacità dei bassi tassi dell’Euro e della politica monetaria espansiva adottata dalla Banca Centrale Europea di tradursi nel nostro paese in un basso consto del credito per il settore privato

– la stretta creditizia nei confronti del sistema imprenditoriale, che ci accomuna ad altri paesi in affanno dell’Eurozona (Spagna, Grecia e Portogallo)

– l’eccessiva pressione fiscale su imprese e cittadini

 

Sebbene siamo di fronte ad una situazione non certo facile le agenzie di rating, compresa Standard & Poor’s, hanno riconosciuto i progressi realizzati nell’ultimo biennio in Italia per rafforzare la finanza pubblica ed il sistema economico, l’avvio di una serie di procedure finalizzate al pagamento dei debiti arretrati accumulati della pubblica amministrazione nei confronti dei privati ed il rapporto Deficit/Pil sotto il 3 %.

Il declassamento del rating dell’Italia, che rimane comunque ancora nell’ambito dell’investiment grade, dovrà, quindi, servire da sprone per la nostra classe politica affinché possa avviare le necessarie riforme strutturali che gli consentano di favorire il nostro sistema imprenditoriale, di abbassare l’eccessiva pressione fiscale ed i lacci burocratici che ne rallentano la crescita economica, con conseguente perdita di competitività del sistema paese.

 

 

 

 

 

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