De Luca: 3 maggio 2013, il “D-Day” di Vincenzo e il saluto ai consiglieri

 


 Aldo Bianchini

SALERNO – Fioccano le chicche e le indiscrezioni dopo l’ennesimo apodittico proclama di De Luca con il proverbiale “State tranquilli che io non andrò mai via dalla mia Salerno”; un annuncio che sembra confermare in pieno il quadro politico-amministrativo che ho descritto ieri sempre su questo giornale. Del resto il sindaco Vincenzo De Luca lo aveva annunciato a chiare lettere la sera di venerdì 3 maggio scorso a tutti i consiglieri comunali (ovviamente quelli della maggioranza) convocati in conclave a Palazzo di Città e pronti ad essere catechizzati dal sindaco. Soltanto ora cominciano a fuoriuscire alcune indiscrezioni (anche simpatiche !!) da e su quella riunione che doveva rimanere assolutamente riservata. Da pochi minuti Vincenzo De Luca aveva cominciato il suo intervento, presente anche il segretario provinciale del PD Nicola Landolfi e credo anche l’on. Fulvio Bonavitacola, e subito esplose in quella sua verve impetuosa dicendo verso chi più di altri manifestava il suo dolore: “Calma, state calmi, io non vi lascerò per nessun motivo e non lascerò mai il Comune di Salerno”. Nel silenzio ovattato dell’assemblea intenta a seguire anche le più piccole trasformazioni somatiche di De Luca (ammesso che ne abbia !!) arriva sugli astanti la voce, senza forma e senza tempo, dell’uomo ovunque Felice Marotta. Poche parole che gelano tutti: “Sindaco, palazzo Chigi in linea”, mentre passa il telefonino al primo cittadino di Salerno, è il segno che qualcosa è cambiato, forse per sempre. Ovviamente nessuno può sentire quello che viene detto da Palazzo Chigi, ascoltano soltanto le esclamazioni “SI”, “Va bene”, “D’accordo” che escono dalla ruvida voce di De Luca che, però, ad un certo punto sbotta e dice: “Non ho bisogno di scorte, mi faccio accompagnare dai miei vigili”, poi una rapida marcia indietro del Sindaco che conclude con il classico “Ne parliamo a Roma lunedì mattina”. Sembra che a quel punto Vincenzo De Luca, almeno così dicono i bene informati, abbia iniziato un’altra sua filippica contro il dispendio per le scorte e roba varia. Ma alla fine ha dovuto cedere e accade da quel lunedì 6 maggio 2013 che De Luca viene accompagnato fino alle porte di Roma da due vigili urbani di Salerno e consegnato, manco fosse un pacco postale, agli uomini delle scorte ministeriali; questa è la regola e neppure De Luca può sottrarsi. Ma chi accompagna De Luca a Roma ? Beh!! qui c’è una piccola battaglia in corso da tempo e sembra che due vigili urbani abbiano scalzato Mario Sposito da quella che sembrava una sua posizione inattaccabile nel “cuore” e nella “stima” di De Luca; il bravo Mario dopo anni e anni di sacrifici sembra essere stato leggermente messo da parte, forse perché (ma sono solo indiscrezioni malefiche !!) si è troppo auto-referenziato da solo senza pensare minimamente che a De Luca questo aspetto del suo “mondo relazionale” non è mai piaciuto e non piacerà mai. Ho raccontato questo che può apparire un semplice aneddoto (la telefonata di Palazzo Chigi) per chiarire ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che Felice Marotta è davvero l’uomo ovunque del Comune di Salerno e che nessuno in questo momento può considerarsi più vicino a De Luca di lui. Ma tra Marotta e De Luca c’è una sorta di “patto di non aggressione” (l’ho già scritto in passato) in base al quale si è stabilita una linea di pacifica convivenza che non deve mai avere degli eccessi, né in senso positivo né in senso negativo, altrimenti il patto rischia seriamente di saltare; e non conviene a nessuno dei due. Ma anche di Felice Marotta, il sindaco, non si fida fino in fondo, cioè fino al punto di affidargli, anche se solo temporaneamente, la guida della Città. Un fatto questo che neppure Marotta vuole perché conosce benissimo i suoi limiti ed è cosciente del fatto che “nessuno può sostituire De Luca”; del resto Marotta dopo una sfolgorante carriera che lo ha portato da “giardiniere” a “direttore generale” del Comune non intende minimamente rovinare la sua immagine. A sostituire De Luca ci provò Mario De Biase nel 2001 e nel giro di pochi anni stavano finendo tutti in galera non perché fossero colpevoli ma perché venne a mancare quella sorta di “auto protezione” che viene dall’inattaccabile rapporto “sindaco-gente-città” che solo de Luca in prima persona può garantire (leggasi il mio articolo di ieri in merito al rapporto De Luca-Pericle-Magistratura !!). Spero che questo concetto lo abbiano capito tutti, De Luca lo sa benissimo, la magistratura salernitana sbava nell’attesa del momento in cui potrà mettere le mani su Palazzo di Città ma non lo può fare fino a quando il sindaco è e rimarrà De Luca. Passeranno, quindi, molti mesi e De Luca andrà via soltanto quando sarà sicuro di potersi ricandidare a sindaco della “sua Salerno” per difenderla meglio, un po’ come tentò di fare San Matteo.

One thought on “De Luca: 3 maggio 2013, il “D-Day” di Vincenzo e il saluto ai consiglieri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *