Consiglio dei Ministri n°16, niente di nuovo.

Renato Messina

renatomessina87@gmail.com

ROMA – Ennesima puntata del governo del “non fare”. Il Consiglio dei Ministri n°16 del 26/07/2013 ha sfornato un’altra serie di interventi normativi che non fanno che confermare una certa linea politica. Nonostante il deterioramento dei fondamentali economici e la persistenza di una legge elettorale pessima, sembra che le priorità dell’esecutivo siano altre. Sono stati annunciati infatti interventi per promuovere iniziative legislative su codice della strada, divieto di fumo nei cortili delle scuole e inasprimento delle pene per chi esercita attività sanitarie abusivamente. Tutte azioni meritorie, ma marginali. Ogni giorno che passa è sempre più evidente che un governo di “larghe intese”, senza intese, non fa altro che rimandare gli interventi strutturali (semplicemente perché non ne è stato concordato nessuno) e intervenire su questioni secondarie. Unico intervento di una qualche rilevanza strutturale è il passo in avanti del lento processo di abolizione delle province che, con il Consiglio dei Ministri appena concluso, sta preparando la strada alla futura legge costituzionale. Si tratta del cosiddetto disegno di legge “svuota poteri”, ovvero delle misure per gestire l’attuale fase di transizione in attesa dell’abolizione definitiva.  I poteri amministrativi delle province dovrebbero scendere al livello comunale, mentre quelli di pianificazione salire al livello regionale. Le città metropolitane avranno responsabilità nei trasporti pubblici strategici. Sia queste ultime che le province dovrebbero diventare degli enti ad elezione secondaria (da parte dei sindaci) e quindi liberarsi di tutto l’apparato elettivo che ora hanno (Giunta, Consiglio, Presidente ecc.). Questo sistema, nelle intenzioni del Ministro Delrio, dovrebbe anche stimolare l’accorpamento dei comuni per poter costituire “massa critica” e, con apposite norme, ridurre gli “enti intermedi”. Se tutto andrà come previsto (compreso quindi l’iter di revisione costituzionale), dalle elezioni amministrative del 2014 la riforma nel suo complesso dovrebbe essere funzionante. Sfortunatamente le materie economiche non sono pervenute a questo Consiglio dei Ministri, ma almeno un piccolo passo per la riduzione della spesa pubblica è stato compiuto.

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