Iran: “A morte Israele”, “Abbasso l’America”!

“Il regime sionista è una vecchia ferita sul corpo dell’Islam e deve essere rimossa”. Queste sono le parole del presidente iraniano, Hassan Rohani, pronunciate venerdì scorso alla televisione nazionale, mentre migliaia di iraniani si erano riuniti in una marcia simbolica in supporto alla rivendicazione di Gerusalemme, la Città Santa.

Nel sottolineare l’ombra incombente dell’occupazione israeliana della terra sacra di Al-Qods, Gerusalemme in arabo, il nuovo eletto presidente non esita a manifestare i suoi dubbi sulla possibile tregua e sull’inizio di un processo di pace Israelo- Palestinese, sotto l’egida degli Stati Uniti. Aggiunge, poi, “Israele sta mostrando al mondo un volto conciliante, ma, in verità, continua la sua espansione sul territorio palestinese”, enfatizzando l’importanza di Gerusalemme per tutta la comunità musulmana, in quanto terza città santa dell’Islam, dopo quelle della Mecca e di Medina in Arabia Saudita.

Nella Repubblica Islamica proteste e cortei contro Israele hanno percorso tutto il paese, dove in alcune piazze è stato appiccato il fuoco alle bandiere statunitense e israeliana.  Migliaia di persone scese in strada hanno gridato slogan contro gli Usa e il nemico sionista: “A morte Israele”, “ Abbasso l’America”!

La reazione israeliana è stata immediata: il primo ministro Netanyao ha subito condannato l’atteggiamento e le parole di Rohani, lanciando l’appello al mondo di “svegliarsi dall’illusione” perché, tra le righe non troppo velate, il presidente iraniano ha iniziato a presentare la nuova politica che Teheran si impegna a perseguire. Seduta stante Netanyao ha chiesto alla comunità internazionale di fare altre pressioni affinché l’Iran stoppi il suo programma nucleare con ogni mezzo.

Alle parole del nuovo presidente hanno fatto seguito quelle pungenti di Ahmadinejad che ha annunciato “una tempesta distruttiva all’orizzonte che distruggerà i sionisti”.

 Hassan Rohani è stato eletto al termine delle elezioni il 14 giugno scorso, rimpiazzando Mahmoud Ahmadinedjad. Aveva annunciato una politica di “conciliazione” con la comunità internazionale, ma non ha mai fatto intendere la volontà di bloccare il programma nucleare che, invece, ha detto di voler continuare per fini pacifici. Ma allo scopo di indirizzare il paese su un sentiero verso la modernizzazione, alla sua elezione, dichiarò la sua apertura sul dossier del nucleare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *