BCE: tassi invariati per agosto

Filippo Ispirato

Nell’ultima riunione della Banca Centrale Europea, tenutasi lo scorso 1 Agosto, è stato deciso di lasciare invariati allo 0,50% il tasso ufficiale di sconto, ovvero il tasso di rifinanziamento sulle operazioni principali, come

atteso ampiamente dagli analisti finanziari, allo scopo di stabilizzare l’economia dell’area Euro. Anche gli altri tassi ufficiali sono rimasti invariati (a 0,50% sulle operazioni di rifinanziamento marginale e a zero sui depositi delle banche presso la BCE).

Durante la seduta, seguita alla decisione dell’istituto di Francoforte di lasciare invariati i tassi di interesse, il presidente Mario Draghi ha confermato la ferma volontà di mantenere una politica monetaria espansiva ed accomodante anche per i prossimi mesi, in linea con quanto dichiarato ad inizio anno.

Questo poiché al momento non ci sono forti segnali di ripresa dell’economia ma solo dei timidi segnali di recupero, e la temuta inflazione, in particolare da parte della Germania, non sembra mostri segni di accelerazione tali da destare preoccupazioni.

Attualmente siamo davanti ad una fase economica di debolezza congiunturale e la lieve ripresa dell’erogazione del credito da parte degli istituti bancari è rimasta sostanzialmente invariata rispetto alla precedente riunione di Luglio.

La Banca Centrale Europea ha confermato che nell’Eurozona si intravedono i primi segnali di ripresa, con l’indice PMI e di fiducia dei consumatori in crescita, ma il quadro generale è ancora piuttosto vulnerabile; mantenere una politica monetaria accomodante è l’unica soluzione possibile al momento per evitare di bloccare sul nascere la ripresa europea.

Dopo sei trimestri consecutivi di contrazione del PIL dell’area Euro, nel report della banca centrale si evidenzia come “..i recenti indicatori di fiducia …hanno mostrato qualche miglioramento da bassi livelli e confermano l ’aspettativa di una stabilizzazione dell’attività economica a bassi livelli”.

 La graduale uscita dalla recessione si sta realizzando grazie all’aumento della domanda estera di prodotti europei, ai benefici della bassa inflazione sul reddito disponibile (che dovrebbe attestarsi mediamente attorno all’1,6% e rimanere bassa ancora per diversi mesi) e al graduale venir meno del freno fiscale, specie nei paesi della fascia centrale e mitteleuropea dell’Unione Europea.

L’istituto di Francoforte ha quindi ribadito, in questo quadro macroeconomico, la propria disponibilità a mantenere i tassi fermi per un periodo più lungo del previsto ed eventualmente a tagliare ancora i tassi in futuro, incluso quello sui depositi delle banche presso la BCE, nell’ipotesi di un inatteso deterioramento dello scenario economico e finanziario.

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