Le finte vittorie

Renato Messina

ROMA – Il Consiglio dei ministri del 28 Agosto si è chiuso nel peggiore dei modi possibili, quello in cui tutti vincono. È il peggiore perché di solito per accontentare si è costretti a rimanere nel vago o a rimandare. In questa occasione abbiamo assistito ad un interessante miscelazione delle due componenti. Il risultato è stato quindi l’abolizione dell’IMU, rimandando al 15 Ottobre (giorno di presentazione della legge di stabilità in Parlamento) l’indicazione delle coperture finanziarie. Il Presidente del Consiglio Letta ha solo genericamente annunciato che i fondi saranno recuperati da tagli alla spesa pubblica, dall’aumento delle tasse sui giochi e dagli introiti per l’IVA generata dai pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione. È stata poi decisa l’introduzione di una “service tax”, della quale però si sa poco; l’unica cosa certa è che dovrebbe finanziare i Comuni per i servizi erogati, essere introdotta dal 1° Gennaio 2014 ed includere la TARES. Dal punto di vista politico ha vinto il centrodestra cancellando una tassa di nome IMU per regalarcene una di nome “service tax” (detta anche “TASER”); ha vinto il centrosinistra rifinanziando la cassa integrazione e intervenendo a favore di 6500 esodati; ha vinto Letta che ha salvato il governo. Quelli che non possono considerarsi vincitori sono tutte le persone che sanno quanto risparmieranno grazie all’abolizione dell’IMU ma non sanno quanto pagheranno di “service tax” da gennaio prossimo. L’asimmetria informativa della quale soffrono i cittadini italiani nei confronti dello Stato emerge clamorosamente in questo caso e ne farà pagare il prezzo. Non credo infatti che il risparmio di alcuni euro oggi possa cambiare qualcosa nella nostra attuale situazione economica, soprattutto se non sappiamo quanto dovremmo pagare tra poco più di 5 mesi. Non conoscere il proprio destino fiscale non induce sicuramente al consumo, anche a fronte di qualche risparmio immediato. Essendo il reddito di un cittadino un dato quasi fisso nell’anno di competenza, è indubbio che l’abbattimento dell’IMU sia tecnicamente un risparmio e un calo di pressione fiscale. Il rischio è però che l’incertezza non avvantaggi nessuno, non generando consumi. A conti fatti il 15 Ottobre comincerà la discussione in Parlamento, dovremmo aspettarne la fine e poi toccherà ai Comuni decidere le aliquote, solo allora sapremo quanto pagheremo. Il lato positivo della nuova tassa che arriverà con l’anno nuovo è che servirà a finanziare i Comuni, aumentando la capacità di valutazione da parte dei cittadini nei confronti dei servizi erogati dall’ente locale. Dovremmo finalmente riuscire ad associare in maniera semplice il pagamento al servizio erogato, facilitando il processo “pago, vedo, voto”. Probabilmente sarebbe una pretesa azzardata quella di chiedere di più a questo governo in termini di incisività. Al contrario, chi nei giorni scorsi ha chiesto di andare alle urne, oggi ha un argomento in più dalla sua parte.

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