MEMORIA DI FEDE

Alfonso D’Alessio

Sabato 2 novembre, alle ore 10.00, l’arcivescovo Luigi Moretti celebrerà la Messa presso il cimitero di Salerno.Ogni anno, la Chiesa si raduna intorno alla mensa Eucaristica per raccomandare al Signore i suoi figli che dormono nella pace. Lo ricordava anche il grande Totò nella Livella.  È un giorno di grande commozione. Il volto dei fedeli non è solcato solo dalla tristezza perché alcuni fratelli e sorelle non sono più tra noi, è anche illuminato dalla speranza, dalla certezza che Gesù Cristo, risorto dai morti, ha associato a sé ogni battezzato, aprendo a tutti la via della salvezza. Così in tutti i cimiteri e nelle chiese si susseguono le messe in suffragio delle anime dei defunti. La Chiesa colloca la commemorazione subito dopo la solennità di Tutti i Santi, perché sia chiaro il legame profondo tra la nostra vita e la santità a cui siamo chiamati. Il 1° novembre, infatti, noi contempliamo la Gerusalemme celeste, nella quale, come canta la liturgia di questo giorno, l’assemblea festosa dei santi glorifica il nome di Dio. Il 2 novembre è anche il giorno della visita al cimitero, letteralmente luogo del riposo e dell’attesa, non città dei morti, come indicava la parola pagana necropoli. Spazio sacro in cui il corpo deposto attende la risurrezione, in cui i fiori con le loro forme diverse e i loro colori brillanti ci ricordano la varietà e diversità della vita e in cui i cipressi, tradizionalmente alberi dal legno indistruttibile e dunque destinato a durare per sempre, ci richiamano l’eternità. La visita al cimitero è occasione di memoria e di contemplazione. Non triste passeggiata tra i sepolcri, ma cammino nella vita di tante persone care. Ci richiama tutto l’amore che abbiamo ricevuto e che abbiamo donato e che ora si trova nel cielo, lì dove vivono coloro che ci hanno amato e che abbiamo amato. In forza della fede in Cristo e dei sacramenti, infatti, tra noi battezzati si è creata una familiarità unica, un’appartenenza reciproca e profonda, che nulla, nemmeno la morte, può spezzare: nella Chiesa noi siamo diventati membra di un unico corpo. Oggi c’è anche il fenomeno crescente  dell’uso della cremazione. La nuova edizione del rito delle esequie, pubblicata con decreto della Conferenza Episcopale italiana il 2 novembre 2011, contempla questa possibilità, quando la scelta non è dettata da motivazioni contro la fede. Non si può non considerare che le tombe sono sempre state monumenti della memoria,  richieste inusuali come per esempio voler spargere le ceneri in natura significa impedire un ricordo cristiano di chi è stato prima di noi. Allo stesso modo, conservare nella propria abitazione le ceneri priverebbe la morte e la sepoltura di una dimensione sacra e comunitaria, riducendola a fatto privato. La Chiesa ribadisce il rispetto per il corpo anche quando non è più vivo, la necessità di esprimere i propri sentimenti attraverso un congedo rituale dalla persona amata e un luogo fisico in cui ricordarla e pregare.

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