Autorità Portuale: il riconoscimento di Gallozzi

                                                  

Aldo Bianchini

SALERNO – Si sono susseguiti, nel giro di poco più di 24 ore, tra domenica e lunedì 14 e 15 ottobre, gli approdi delle più grandi navi porta containers che scalano il porto di Salerno, mettendo in luce non solo le capacità operative del terminal, ma anche l’eccellente gestione degli ormeggi da parte della Capitaneria di Porto, dei Piloti e dei servizi tecnico-nautici, che hanno saputo ottimizzare al meglio e con grande professionalità l’uso delle banchine e gli approdi dello scalo. Questa intensa attività operativa va a consolidare gli ottimi traguardi già conseguiti dalla Salerno Container Terminal, confermando le aspettative di crescita del 30% nel secondo semestre dell’anno. Nei primi nove mesi del 2013, infatti, l’SCT ha registrato un incremento del 28%, mentre una comparazione tra il periodo giugno/settembre 2013 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mostra addirittura una crescita del 46%. “Grazie all’adeguamento dei fondali –ha  affermato il Presidente Gallozzi- e al potenziamento delle nostre attività commerciali e operative abbiamo immediatamente ripreso un trend di forte espansione, per il quale devo dare merito ed apprezzamento alle nostre maestranze e ringraziare ancora una volta tutti gli uffici portuali e di frontiera. E’ la conferma che la politica di investimenti in opere infrastrutturali condotta dalla Autorità Portuale è la vera pre-condizione per consentire ad imprese private come la nostra un forte rilancio della crescita dei traffici, con un’accelerazione che non trova eguali in altri settori dell’economia. Sapremo certamente cogliere insieme un ulteriore slancio verso traguardi ancora più ambiziosi con la realizzazione delle opere previste dal <grande progetto> del Porto di Salerno”. Dunque dal comunicato della “Salerno Container Terminal spa” (governata dal Gruppo Gallozzi) si percepisce con chiarezza non solo la promozione personale sul campo del presidente dell’Autorità Portuale (Andrea Annunziata) ma il riconoscimento della bontà della sua politica portuale portata avanti tra mille difficoltà sia in termini burocratici che finanziari. Nella immensa morsa della cosiddetta spending review il presidente Annunziata, con grande abilità e grazie ai suoi molteplici rapporti personali in sede romana, riesce comunque ad intercettare e calamitare numerosi e sostanziosi finanziamenti destinati alle varie attività portuali ed a quelle, abbastanza occulte, di espansione esterna ovvero dello sviluppo di quella che gli addetti ai lavori chiamano la <<logistica integrata>> sul nostro territorio a patto che si realizzi lo snodo previsto nella piana di Mercato San Severino. E’ vero che detto snodo potrebbe proiettare l’indotto portuale verso l’interporto di Nola ma è altrettanto vero che fino a quando non saranno realizzati i contenitori territoriali (semmai utilizzando i grandi capannoni industriali dismessi) in modo da ridare alla Città tutto il suo potenziale di “risorsa mare” che rischia di perdere per il pericolo di implosione del porto stesso. Bisognerebbe qui ripercorrere e ricordare tutti gli errori del passato, ma questo ci porterebbe molto lontano con il ragionamento e non risolverebbe gli enormi problemi del presente. Anche i tunnel della Porta Ovest sono importantissimi se innanzitutto venissero prima realizzati e poi finalizzati proprio allo scopo di agevolare la realizzazione di un proprio interporto senza dover ricorrere a quello di Nola che, comunque, toglierebbe parte della “risorsa mare” alla Città titolare, un po’ come è accaduto per l’Università della quale a Salerno città non c’è traccia. Insomma, come dire, che dalla zona del Cernicchiara si dovrà, dopo i tunnel, pensare anche al suo riammagliamento stradale verso l’ipotetico “interporto di San Nicola Varco” che oltre venti anni fa era già nelle idee progettuali del laboratorio politico laico e di sinistra del PSI. Solo così si potrebbe avere davvero uno sviluppo armonico sia della “metropolitana” che del “trincerone ferroviario” da allacciare alla tangenziale verso l’aeroporto e verso l’interporto. Ma queste sono tutte cose del futuro che seppure ipotetiche potrebbero essere realizzate. A tutto questo pensa di certo il presidente Annunziata che ha una completa e perfetta visione politico-territoriale dell’ambiente in cui è chiamato a muoversi ed a svolgere il suo importantissimo compito da cui dipende, in buona sostanza, gran parte dell’economia del territorio salernitano; e non soltanto in termini occupazionali. Ma ritorniamo rapidamente all’inizio di questo approfondimento con l’arrivo nel porto delle più grandi navi porta-contaniners che sia mai stato registrato a Salerno. Se da un lato c’è il rischio implosione, dall’altro c’è il rischio di svuotamento del porto; nell’attesa della realizzazione di queste grandi opere faraoniche la cosa più importante da fare per mantenere ad alti livelli l’arrivo delle merci era quella di dragare i fondali per portarli dai precedenti 11 agli attuali 14 metri di profondità. E in questo l’azione di Andrea Annunziata è stata oltremodo attenta alla visione programmatica della progettazione del futuro, riuscendo ad intercettare tempo fa i fondi che la U.E. aveva messo a disposizione delle varie portualità per la manutenzione ed il dragaggio dei fondali. In pratica il presidente è riuscito ad interrompere la catena di danni prodotta dall’errata scelta di localizzazione dell’attuale porto commerciale. Non è affatto poca cosa l’attività dell’Autorità Portuale se la stessa attività, che ad un esame superficiale può apparire molto dimensionata, viene messa a confronto con i decenni di inattività e di depauperamento delle risorse che il mare offriva gratuitamente alla Città ed al suo interland.

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