SANZA: Ansia da “ANSA” le notizie gonfiate.

 

 Antonio Citera

SANZA – Si aspettano come le pepite d’oro, sono le notizie di cronaca “spicciola”. Però molti le gonfiano all’inverosimile.

 Si sa, il ruolo del giornalista, si basa essenzialmente sulla ricerca spasmodica dello scoop. Quell’attimo fuggente che gli permette di riportare un fatto nel momento esatto in cui accade e prima della concorrenza ovviamente. Fin qui nulla di strano, tutto rientra nella ordinaria amministrazione di un mestiere dal volto doppio, il cacciatore di notizie fa il suo lavoro. Il paradosso però è sempre dietro l’angolo. Allora bisognerebbe dare un freno  alla penna che spesso scivola  via sul foglio in maniera irrazionale, deviando e occultando quella che è la reale verità dei fatti e, non rendendosi conto che questo modus, potrebbe  intaccare il vivere altrui specialmente quando dall’altro lato si parla di ragazzi poco più che maggiorenni. E’ quanto successo a Sanza nei giorni scorsi, un’intera comunità resa ridicola da titoloni bizzarri, privi di qualunque senso etico che, dovrebbe accompagnare ogni bravo giornalista e ogni bravo redattore. Una lite, tra ragazzi poco più che adolescenti, trasformata  in un’esecuzione in bello stile. Una ragazzata, forse una vigliaccata, come tante ne accadono in giro, da condannare sicuramente ma, assolutamente  non da  strumentalizzare al fine propagandistico di vendere qualche copia di giornale in più o, semplicemente ottenere qualche click inaspettato. Noi non vi riproponiamo la cronaca del “brutto episodio” ma, vogliamo solo sottolineare l’irruenza spesso dannosa di una rincorsa alla notizia senza filtri, senza la giusta razionalità di esporla al pubblico. Nuda, cruda, carica di egoismo giornalistico, si esaurisce il giorno stesso, lasciandosi dietro uno strascico di malinconica e, la subdola certezza di una  mezza verità.  Sul caso stanno indagando i carabinieri di Sanza che, stabiliranno colpe e colpevoli, chiariranno le esatte dinamiche così come si sono svolte e, non certamente come sono state raccontate dai giornali.  Detto questo, riteniamo superfluo ribadire che il comportamento dei protagonisti della rissa è da condannare con le dovute prescrizioni, ma allo stesso tempo, dovrebbe far riflettere, ponendosi nello scacchiere di un disagio, di una momentanea presa di incoscienza  o, altro ancora, non lo sappiamo. L’episodio di per se, ha una sua storia, da raccontare si, ma, solo quando si è sicuri della verità che, spesso si nasconde all’occhio attento del giornalista che, pur di oltrepassare la soglia dello scoop a tutti i costi, va oltre, infrangendo e calpestando la” faccia”di una comunità tranquilla e rispettosa, conscia dei diritti e dei doveri del vivere in società.

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