Padula/6: kramer contro kramer … riprende l’attività !!

 

Aldo Bianchini

 

PADULA – Le foto, a volte, sono più esaustive di qualsiasi parola. Lo striscione che campeggia sulla balconata della struttura commerciale BLOISI, posta sotto sequestro dal 1° aprile scorso, è più esplicativo di ogni altra spiegazione. L’attività commerciale della ditta Bloisi è ripresa in un nuovo locale distante circa quattrocento metri dalla struttura sequestrata (vedi foto). Bandita, di colpo, ogni bassa e meschina insinuazione sull’onestà e sull’integrità commerciale dei titolari della Bloisi, come avevo ampiamente scritto e ribadito nelle precedenti puntate di questa che sembra già aver assunto i contorni della telenovela. Del resto lo striscione è eloquente: <<Sportissimo Bloisi – calzature e pelletteria – si è trasferita a 400 mt.>>. Dunque è la struttura che è stata posta sotto sequestro e non l’attività commerciale; e la struttura è stata posta sotto sequestro per fatti e circostanze assolutamente indipendenti dalla volontà dei titolari commerciali che hanno eseguito tutti i lavori di ampliamento così come prescritto dalle licenze e dai permessi ottenuti sia dal Comune di Padula che dalla Soprintendenza di Salerno. E’ in discussione, quindi, come ho cercato di spiegare nelle precedenti cinque puntate, la concessione e il permesso a costruire per via di una differente interpretazione data alla Legge regionale del 2004 ed alla Legge Nazionale del 2010 in materia urbanistica complessiva con particolare riferimento alla conservazione paesaggistica del territorio. Detto questo va sottolineato che c’è voluto più di un mese di tempo, però, affinchè la Procura si decidesse a concedere ai Bloisi l’accesso nella struttura, sia pure per poche ore, al fine di prelevare tutta la merce in essa contenuta in maniera assolutamente lecita per consentirne la successiva vendita al pubblico, ovviamente in un altro locale. Ma c‘è voluto anche del tempo affinchè i vertici dell’Amministrazione Comunale si convincessero, insieme all’ANAS, a consentire ai signori Bloisi di appendere quello striscione indicante la nuova sede di vendita. La notizia di questa indecisione da parte del Comune e dell’Anas mi ha sinceramente sorpreso, mi è parso quasi come se sia il Comune che l’Anas avessero paura di autorizzare i Bloisi ad appendere un semplice striscione nella loro proprietà che, seppure sotto sequestro, è tuttora la loro proprietà; cerchiamo tutti di non dimenticarlo. Paura di strali occulti da parte della Magistratura, forse !!, come se tutti avessero paura di eventuali conseguenze; insomma per dirla tutta, come se tutti avessero la coda di paglia. Siamo, purtroppo, alle solite !! quando interviene la Magistratura tutti scappano e tutti cercano di scaricare eventuali responsabilità su altri. Una bella dimostrazione di coraggio civile, non c’è che dire; ed anche una bella dimostrazione di solidarietà nei confronti dei Bloisi che certamente non stanno vivendo uno dei migliori momenti della loro lunga vita commerciale. La solidarietà, invece, i Bloisi l’hanno ricevuta, forse anche inaspettatamente, dalla gente del luogo che si è massicciamente prodigata ad aiutare i titolari dell’esercizio commerciale nelle fasi complesse e convulse del trasferimento della merce dal locale sequestrato verso i locali acquisiti in fitto a poca distanza. Il trasferimento, ovviamente, dovrebbe essere di breve durata, almeno così sperano i Bloisi che contano sulla professionalità dei magistrati potentini che sono stati già chiamati al riesame di tutta la situazione, molto discutibile, che ha portato al provvedimento di sequestro emesso da parte del pm Carlo Rinaldi, della Procura della Repubblica di Lagonegro, che comunque ha già lasciato quegli uffici per altra sede. Solo per la cronaca è giusto ricordare che il pm Rinaldi ha avuto bisogno di ben quattro CTU (Consulente Tecnico dell’Ufficio), soprattutto del quarto perché i primi tre avevano sancito la regolarità della costruzione, per procedere all’ordinanza di sequestro. Dunque già sul tavolo del PM c’erano ben quattro relazioni diverse, ora tocca ai giudici del Tribunale di Potenza il compito di vagliare punto per punto, pagina per pagina, le quattro relazioni peritali oltre alle controdeduzioni a difesa predisposte dall’avv. Renivaldo La Greca (difensore dei Bloisi), per decidere in merito al dissequestro già richiesto e sollecitato. Alla prossima.

One thought on “Padula/6: kramer contro kramer … riprende l’attività !!

  1. Gentile dott. Aldo Bianchini, sono Francesco Alliegro, nato a Latina il 25 novembre 1969 e risiedo a Padula.
    Oggi mi è stato girato via mail il suo articolo con riferimento al quale sto scrivendo.
    La ragione per la quale detto articolo è stato posto alla mia attenzione è dovuta al fatto che sono il marito di Titina BLOISI, sorella di Giuseppe BLOISI, di professione avvocato e sarei anche colui il quale, secondo l’anomino “Leonardo”, avrei manipolato le schede o avrei piegato al mio volere l’Amministrazione e gli Uffici comunali.
    Di “Leonardo” ho appreso l’esistenza perché insieme al Suo ultimo articolo, dott. Bianchini, mi sono stati inviati anche i precedenti.
    Come può avere modo di verificare, a differenza di “Leonardo”, non mi nascondo, mi qualifico, mi presento ed a testa alta rispondo al vigliacco anonimo.
    Dico al pavido “Leonardo” che nella mia vita ho rispettato sempre la legge e non ho mai manipolato alcuna scheda elettorale.
    Ciò è consacrato in una sentenza del TAR SALERNO, poi confermata anche dal CONSIGLIO DI STATO.
    Ma questa è tutt’altra storia che se vorrà un giorno Le chiarirò.
    Per quanto riguarda il commento dell’anonimo “Leonardo”, La invito semplicemenete a riportarlo, se riterrà, nei suoi articoli e la ragione di tale mio invito va ravvisata nel fatto che proprio in detto commento si cela la risposta al suo interrogativo “A Padula è stata fatta giustizia o si è trattato di un complotto politico?”.
    Ai miei cognati testimonio pubblicamente tutta la mia stima.
    In un momento assai difficile hanno trovato la forza ed il coraggio di reagire, aprendo di nuovo la loro attività commerciale, cercando di garantire ai loro dipendenti il giusto salario e tentando di far fronte ai notevoli impegni economici assunti per realizzare la struttura che oggi vedono sottoposta a sequetro preventivo.
    Rispondo a “Leonardo” che i BLOISI hanno realizzato la struttura in questione facendo ricorso al risparmio personale di una intera vita di lavoro e ricorrendo a prestiti bancari che stanno puntualmente onerando.
    Non hanno goduto di sovvenzioni pubbliche né a fondo perduto, né a tasso agevolato.
    Con dignità stanno affrontando la vicenda.
    A “Leonardo” rivolgo l’invito di uscire allo scoperto e farsi riconsocere, così come sto facendo io, interloquendo con me se ha qualcosa di sensato da dire nei miei confronti, assumendosi soprattutto la resposabilità delle sue farneticanti affermazioni; cosi lasciando in pace persone quali i BLOISI la cui storia personale e familiare è nota a tutti a Padula, tranne che ai detrattori di turno.
    Per il resto la Magistratura farà il Suo corso e ad essa non posso che affidarmi, sia come cittadino di questo Paese che come avvocato.
    Ai miei cognati rivolgo invece le parole che un mio fraterno amico mi ha sempre ripetuto ogni qualvolta mi ha visto in difficoltà: “AVANTI SEMPRE”, ed aggiungo “VOI AVETE DATO DIMOSTRAZIONE DI SAPERLO FARE SIN DA QUANDO VOSTRO PADRE E’ MORTO IL LONTANO 28 DICEMBRE DEL 1980, LASCIANDOVI SOLO CON POCHE DECINE SCATOLE DI SCARPE E QUALCHE BARATTOLO DI COLLA, FACENDO EGLI CON ONORE IL CIABATTINO ED EDUCANDOVI NELL’UNICO MODO IN CUI UN PADRE DOVREBBE: OSSIA A LAVORARE ONESTAMENTE.”
    Francesco Alliegro-.

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