Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano e Alburni. #nientecambiasenientesivuolfarcambiare

Antonio Citera

VALLO della LUCANIA – Ennesima fumata nera, salta l’assemblea della Comunità del Parco per un vizio di legittimità su uno dei punti in discussione.

E’ proprio vero, le sorti dei territori sono saldamente in mano a poche persone. Si nega l’evidenza, si deridono i cittadini, si affossano i diritti, tutto in nome del potere, quello che da decenni vive incontrastato tra la selva e la fauna di uno dei posti più belli del mondo, il PNCVA. Da 24 anni, assistiamo impotenti al nulla, dal 1991 anno di nascita dell’Ente, solo fumo, promesse di uno sviluppo che è rimasto sulla carta. Nei mesi scorsi però qualcosa è cambiato, sono nati i “Briganti del Parco” alcuni primi cittadini che dagli Alburni hanno lanciato un grido di rivolta. Un’agitazione diffusa che presto ha coinvolto anche parte del Vallo di Diano. Prima Sanza, 800 firme raccolte tra i cittadini, una petizione che chiedeva l’uscita politica dall’Ente, una lotta prima appoggiata dall’Amministrazione Comunale e poi ritrattata dalla stessa che non ha deliberato il volere dei cittadini, poi Polla, Sant’Arsenio e infine èarrivata la tanto attesa convocazione dell’Assemblea della Comunità del Parco. Doveva essere il giorno del giudizio ma, è stata l’ennesima fumata nera, l’ennesima dimostrazione di cattiva amministrazione. Presenti tra gli altri anche i sindaci “rivoluzionari”, si doveva discutere di argomenti importanti, riperimetrazione, problema cinghiali, dovevano scegliersi i componenti che dovevano formare il Direttivo della Comunità del Parco insomma, c’erano tutti i presupposti per cambiare marcia e pensare finalmente positivo. Invece no, un cavillo burocratico, “una illegittimità”, sull’ultimo punto in discussione, ha ancora una volta spezzato i sogni di centinaia di migliaia di cittadini che hanno fatto della speranza l’icona del vivere. #nientecambiasenientesivuolfarcambiare, questo il motto, riassunto bene dalle parole del sindaco di Roscigno Pino Palmieri, forse l’ultimo e unico artefice di una battaglia contro i titani del potere. “Si riuniva in seconda convocazione l’assemblea della comunità del parco. Il presidente dell’assemblea, dopo aver verificato che la seduta poteva essere svolta e si poteva iniziare a discutere l’ordine del giorno, alcuni sindaci hanno sollevato problema di illegittimità sul 2 punto in discussione per l’elezione dei 4 membri del direttivo. Dopo vari interventi dei partecipanti, il Presidente dell’assemblea, in modo arbitrario, ha sciolto la seduta in fretta ed in furia. Posso assicurarvi che tutto ciò è dettato dalla spartizione del potere e non dall’interesse generale, come avviene in altri contesti simili. Comunque, oggi è emerso che le regole e la democrazia sono un optional e neanche quando ero seduto in consiglio regionale Lazio, con colleghi venuti alla ribalta della cronaca nazionale, avevo visto e partecipato ad assemblee simili ”. Tutto rinviato dunque, come volevasi dimostrare, tutto da rifare. Restano però i sogni spezzati di chi ha combattuto e combatte quotidianamente, di chi subisce i disagi e le umiliazioni, i cittadini, che forse avevano creduto nel miracolo di una conversione, nell’azione unitaria tra chi amministra e chi è amministrato ma, la corruzione e la collusione ancora una volta hanno avuto la meglio.

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