Solidarietà: trenino che va … trenino che viene

Aldo Bianchini

CAVA de’ TIRRENI – La querelle su chi aveva diritto a far partire il famoso “trenino della solidarietà, aspettando la Befana” di Cava de’ Tirreni mi induce ad un approfondimento sulla vicenda che appare abbastanza intricata, come sempre quando c’è di mezzo un personaggio come “Frà Gigino”, il cappuccino direttore del complesso religioso di San Francesco che riesce a prendersela con tutti anche quando non parla e non attacca. Storicamente il trenino della solidarietà a Cava lo ha introdotto per la prima volta, alcuni anni fa, il prof. Armando Lamberti (già candidato sindaco nelle ultime elezioni e battuto clamorosamente da Enzo Servalli); basterebbe questo per dire che Lamberti ha avuto ragione nel risentirsi quando ha appreso che anche Frà Gigino voleva far partire il trenino in una manifestazione di solidarietà similare anche se con una denominazione apparentemente diversa. Anzi inizialmente Frà Gigino aveva chiesto di far partire il suo trenino nella stessa giornata di Lamberti, cioè il 5 gennaio 2016. Sul caso c’era stata anche u8na decisione salomonica del sindaco che aveva negato il permesso a Frà Gigino, riconoscendo la primogenitura di Lamberti, per il giorno 5 gennaio rinviandolo a sabato 9 gennaio 2016.

E’ accaduto che il 5 gennaio, causa maltempo, il prof. Lamberti è stato costretto a sospendere la partenza del trenino ed a decidere di rinviare il tutto al 9 gennaio; scontrandosi fatalmente con Frà Gigino che nel frattempo aveva ottenuto il rinvio-permesso. Da qui l’ira di Lamberti che ha cancellato tutto rinviando di un anno la manifestazione (al 5 gennaio 2017) ed attaccando sia Frà Gigino che il sindaco Servalli. Premesso che la solidarietà non appartiene a nessuno ed è di tutti, nella fattispecie si evidenziano subito alcuni atteggiamenti non perfettamente consoni con la serenità e la sobrietà che sempre dovrebbe accompagnare ogni gesto di solidarietà che non deve mai tracimare in battaglia politica. Questa volta, almeno questa volta, mi sembra proprio di potermi schierare dalla parte di Frà Gigino (che spesso ho criticato per i suoi atteggiamenti al di sopra delle righe che un personaggio religioso dovrebbe sempre rispettare) perché il cappuccino ha obbedito al diniego del sindaco ed ha accettato di far partire il suo trenino quattro giorni dopo quello di Lamberti; non è certamente colpa di Frà Gigino se il maltempo ha impedito la partenza del trenino del prof. Lamberti. Naturale che sabato 9 gennaio Frà Gigino non ha inteso ascoltare niente e nessuno ed ha fatto partire il suo trenino che per la prima volta ha attraversato le stesse vie di Cava che avrebbe dovuto attraversare il trenino di Lamberti in una sorta di provocazione gratuita che il francescano poteva risparmiare a tutti ridisegnando un percorso anche solo leggermente diverso dal trenino avversario. Avversario è un termine brutto quando si parla di solidarietà ma la cocciutaggine sia di Frà Gigino che del prof. Lamberti ci induce ad usarlo.

In mezzo il sindaco Enzo Servalli che in questi ultimi tempi aveva raggiunto una sporta di tregua armata con il frate e che questa polemica stucchevole l’avrebbe davvero evitata, anche se il sindaco a mio avviso ha deciso per il meglio, prima bocciando la data scelta dal direttore di San Francesco e poi fissando una nuova data, mai immaginando che il trenino dell’ex contendente alla poltrona di sindaco sarebbe saltato causa maltempo. Appare, quindi, abbastanza stucchevole la ripicca del prof. Lamberti che non avrebbe dovuto rinviare di un anno la manifestazione e che, forse, avrebbe potuto fissare con il sindaco una data diversa da sabato 9 gennaio già fissata per Frà Gigino; il professore, invece, dando di piglio alla sua ira ha deciso di sfasciare tutto e rinviare di un anno quella che negli anni era diventata una manifestazione molto attesa da tutti i cavesi. Insomma, rinviare di un anno equivale quasi a dire che il trenino di lambertiana memoria non partirà mai più, purtroppo.

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