FONDERIE, INQUINAMENTO, CENTRO COMMERCIALE, LE COTONIERE: il ritorno del sen. Andrea De Simone

La redazione

SALERNO – E’ con vivo piacere che registriamo il ritorno sulla scena politica del sen. Andrea De Simone assente da troppi anni perchè chiuso i n un silenzio molto rumoroso. Ritorna e parla di Fonderie, di inquinamento, di centro commerciale (e della sua speculazione) e delle cotoniere meridionali. Ecco il testo integrale del comuncato del sen. De Simone: “”L’area è inquinata dalle Fonderie.” Lo avrebbe scritto l’Asl d i Salerno, meno di un anno fa in un parere sanitario necessario per la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia abitativa nella Valle dell’Irno. Se la notizia riportata dagli organi di informazione dovesse risultare vera siamo di fronte ad un fatto di una straordinaria gravità. Non solo perché le autorità sanitarie confermano le giuste preoccupazioni dei cittadini che chiedono la delocalizzazione delle  Fonderie ma anche perché il parere sembra,non valere per tutti. Di fronte alle Fonderie infatti,sui suoli ex Mcm,proseguono spediti i “lavori di una vera opera ciclopica”(parole del noto imprenditore napoletano).Si tratta del centro commerciale  Le Cotoniere. Nulla a che vedere con la storia dell’azienda nata per iniziativa di Federico Alberto Wenner,nel 1830 nella florida valle dell’Irno. Un’azienda altamente produttiva,un’opera di grande pregio architettonico,un area ricca di edifici progettati tra il 1830 e il 1847 dall’architetto Stefano Gasse. E’ il caso di ricordare che lo stesso architetto ha progettato, a Napoli,l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e l’attuale  Palazzo San Giacomo,già Palazzo dei Ministeri dei Re Borbone ed oggi sede del Comune di Napoli. Chi ha manomesso l’area di Fratte, sulla quale ha lavorato  un raffinato architetto borbonico, ora aspira ad occupare Palazzo San Giacomo? Dopo Fratte a Salerno la Piazza Municipio di Napoli potrebbe avere la stessa sorte? Bando alle battute! Perché nessuno si occupa del Mostro di Fratte? Perché nessuno si chiede come sia stato possibile ottenere una variante commerciale su suoli industriali in un area che la Asl  considera “inquinata” e non adatta a nuove costruzioni? Perché nessuno vede ciò che tutti,ad occhi nudi,vedono,ovvero un aumento spropositato di volumetria? Dove è finito il piano industriale del 1995 che prevedeva la difesa e lo sviluppo dell’occupazione, presupposto fondamentale per ottenere l’azienda dall’ENI? Leggo su Wikipedia: Nel 2010 l’attività della MCM viene riqualificata e delocalizzata in area industriale in ottemperanza agli impegni assunti con il Comune di Salerno ed i sindacati mentre sull’area di Fratte viene avviata la costruzione etc. etc. Dove sarebbe stata delocalizzata la storica azienda? Dove si produce? Dove sono i lavoratori? Tutto lecito dunque? Chi consulta Wikipedia legge anche che: ”Nel corso di un’interrogazione parlamentare del 2007 il senatore Andrea De Simone ventilò sospetti di speculazione nell’ambito della privatizzazione della MCM. Da parte sindacale si segnalò altresì come, nonostante stanziamenti pubblici per lo sviluppo industriale, l’attività imprenditoriale fosse stata prevalentemente di tipo immobiliare, con danno delle maestranze””.

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