Taglio dei tassi a Londra nel dopo Brexit

Filippo Ispirato

LONDRA – La Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea a 43 anni dal suo ingresso nel 1973, sta continuando a produrre i suoi effetti.

Per arginare i possibili effetti negativi collegati alla Brexit la Bank of England (ovvero la banca centrale europea) ha tagliato, per la prima volta dal marzo 2009, il tasso bancario di riferimento portandolo al livello minimo storico dello 0,25%.

La decisione è stata presa all’unanimità dal consiglio (nove consiglieri su nove) ed era attesa dalla maggior parte degli operatori dopo che il mese scorso, a sorpresa, la Banca Centrale Inglese aveva deciso di lasciare invariato il tasso allo 0,5%. Inoltre, la Banca Centrale ha varato un importante pacchetto di misure aggiuntive per sostenere la crescita e favorire un ritorno sostenibile dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%.

La Banca d’Inghilterra adotterà qualsiasi azione necessaria a garantire stabilità economica e finanziaria al Regno Unito viste le prospettive future del paese fuori dall’Unione Europea, in quanto, sebbene per quest’anno la stima sul Prodotto Interno Lordo è confermata a +2% (frutto di due fattori contrastanti: da una parte la crescita superiore nel primo semestre, dall’altra parte la stima di un aumento dello 0,1% nel terzo trimestre e di stagnazione per il semestre successivo) non si hanno dati confortanti per i prossimi anni. In particolare sono riviste decisamente al ribasso le stime per gli anni successivi: per il 2017 dal 2,3% allo 0,8% e per il 2018 dal 2,3% all’1,8%. Sul fronte prezzi la Banca d’Inghilterra, prevede che l’inflazione sarà tenuta alta dall’indebolimento della sterlina: la stima è +1,9% nel 2017 e +2,4% nel 2018. Le misure approntate, peraltro, servono anche a garantire che l’inflazione non scenda sotto il target di medio termine.

La Banca Centrale Europea e l’Unione Europea hanno accolto con favore la decisione presa a Londra in quanto potrà comunque apportare benefici a tutta l’area economica europea che rimane ancora molto legata a quella britannica; bisognerà solo attendere i prossimi report economici e finanziari per verificare l’effettiva efficacia delle misure prese.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *