Camorra & Politica/39: Aliberti e la lunga notte dell’attesa

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Tra pochissime luci e moltissime ombre (mi riferisco agli inquirenti !!) è arrivato il momento della decisione finale che per il momento potrà determinare il destino, nel tempo immediato, dell’ex sindaco di Scafati dr. Pasquale Aliberti. La Suprema Corte di Cassazione è chiamata a decidere, da domani mattina, se Aliberti deve essere arrestato ovvero se può attendere le successive fasi dell’immanente processo penale a suo carico da uomo libero. Difatti non è in questione l’innocenza o la colpevolezza dell’ex sindaco (questo lo stabilirà il pubblico processo) ma soltanto se deve o meno andare in galera. Per il rispetto dello stato di diritto, che vuole chiunque innocente fino a sentenza passata in giudicato, sarebbe quindi auspicabile che Aliberti potesse continuare a difendersi da uomo libero con tutti gli strumenti che la legge gli mette ancora a disposizione. Del resto i dubbi non mancano e sono davvero tanti. Andiamo con ordine. Per la questione ACSE c’era già stata un’inchiesta per associazione camorristica aggravata dall’art. 7 e si chiuse con la richiesta di archiviazione dello stesso PM dopo tre anni di sofferenze di tutti gli indagati. Ora l’ACSE agita ancora le acque ed è presente nella relazione della Commissione di Accesso che avrebbe riaperto un caso già chiuso. E sulla base di quali nuovi elementi ? C’è poi la questione del volantino-manifesto elettorale di Aliberti trovato in un piazzale riconducibile alla proprietà di Franchino Matrone detto “a’ belva”; si potrebbe subito dire che un manifesto sicuramente non fa primavera, anche perché il manifesto sarebbe stato ritrovato in occasione delle elezioni provinciali del 2009 e di un consiglio comunale celebrato con la presenza dei Carabinieri che avevano notato benissimo la presenza del Matrone in prima fila. In quella occasione il sindaco Aliberti fu uno strenuo sostenitore dell’esproprio in danno dello stesso camorrista di un bene del valore di circa 300mila euro, esproprio portato poi a conclusione per fare spazio ad un centro sociale. E come fa un presunto camorrista danneggiato e defraudato di un suo bene a sostenere, poi, la campagna elettorale del sindaco ? E ancora, come è possibile che quel clan abbia sostenuto Aliberti quando in una intercettazione telefonica gli uomini dello stesso clan parlano di minacce di morte proprio contro l’odiato sindaco ? Anche la questione dei tabelloni funebri (sempre compresa nella relazione della Commissione d’Accesso) lascia perplessi. Su quella questione c’è stato sicuramente qualche ritardo burocratico che non può essere messo in relazione all’eventuale condizionamento da parte di chicchessia, innanzitutto da parte della camorra. E il sindaco non è mai stato medico competente dell’agenzia funebre “L’eternità” ma dell’impresa “Infinito” che non è quella menzionata nel decreto di scioglimento del Comune anche perché si occupa di ristorazione e non di pompe funebri. La gara di appalto del “polo scolastico” è stata eseguita da componenti il Provveditorato delle Opere Pubbliche e non dal Comune di Scafati; il Comune ha agito nel caso del Polo Scolastico ma per rescindere il contratto in danno dell’impresa appaltatrice con un ristoro di circa 400mila euro in favore del Comune. Inoltre, dopo tre anni dall’appalto ex Copmes, viene arrestato l’amministratore di un’impresa collaterale che non aveva mai effettuato lavori all’interno dell’area; probabilmente si pretendeva una virtù da veggenti per ipotizzare tre anni prima che l’amministratore sarebbe stato arrestato tre anni dopo. E mica mancava il certificato antimafia !! Sono stati, inoltre, eseguiti tutti gli abbattimenti delle opere abusive così come ordinato dalla Procura della Repubblica e rispettando l’iter che hanno seguito tutti i comuni d’Italia. Ma c’è di più. All’amministrazione comunale di Scafati sono stati mossi rilievi pesanti anche del Ministero dell’Economia e Finanza, rilievi che in buona parte dovrebbero essere mossi a tutti i comuni d’Italia perché Scafati se era in deficit strutturale (e non in dissesto o pre-dissesto) lo era come lo sono tutti i comuni superiori ai 50mila abitanti. Dunque cosa c’entra in tutto questo e con tutto questo la camorra ? E chissà se il vento gelido dell’inchiesta napoletana sugli affari per la costruzione del centro commerciale “Il Principe” a Casal di Principe (con la richiesta di un nuovo arresto per Nicola Cosentino), in cui sarebbe coinvolto anche un personaggio che fino a qualche anno fa era sponsor di Aliberti e vicinissimo allo stesso Cosentino, possa contribuire a facilitare in positivo per l’ex sindaco la pronuncia della Cassazione. Da quell’inchiesta, difatti, potrebbe venir fuori la genesi del complotto che Aliberti denuncia in suo danno. Comunque sia, l’ex sindaco Pasquale Aliberti è atteso da una lunga battaglia per affermare la verità e per ridare la giusta dignità a se stesso ed a tutta la sua famiglia. Ma quella che ha davanti sarà per lui, forse, la notte più lunga della sua vita nell’attesa che la Cassazione, domani, scriva la parola fine allo stillicidio di questa lunghissima attesa.

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