PENSIONI: Sostenibilità della sistema pensionistico pubblico le giovani generazioni

 

Gabriele Cavallaro Consulente Finanziario Credem

SALERNO – In un intervista concessa a  “ Il Sole 24 ore” il Presidente dell’Inps Boeri è intervenuto sulla eventualità da parte del Governo  di bloccare l’attuale meccanismo di adeguamento delle prestazioni pensionistiche che in sostanza prevede, dopo il varo della legge Fornero , la pensione a 67 anni.

Boeri ha affermato, lanciando un grido di allarme, che un’eventuale allentamento  di questa regola comporterebbe 200000 pensionati i più ogni anno ed un’aumento della spesa previdenziale che avvantaggerebbe  la cosidetta generazione Baby Boomers ( anni 50 e 60 che sono prossimi alla pensione) a svantaggio delle generazioni successive e soprattutto della generazione Millennial ( i nati dopo il 2000)

In sostanza i baby boomers beneficerebbero non solo del fatto che una parte consistente della loro pensione è calcolata con il metodo retributivo, che è più vantaggioso  del metodo contributivo entrato in vigore con la legge Dini, ma non contribuirebbero nemmeno a versare i contributi per pagare le pensioni alle generazioni successive.

Come fare per riequilibrare il sistema previdenziale e renderlo sostenibile nel tempo preoccupandosi anche delle generazioni successive a quella Baby Boomers?

E’ questo  il problema che si pone di fronte a chi deve governare un paese che spende per assistenza  e previdenza il 20, 02% del Pil annuale ( primato in Europa : Germania 15,16, Francia 19,8, Spagna 15,6)   e che da anni, anche  a causa della più grave crisi economica del dopoguerra crisi non cresce come il resto d’europa?

La spesa sociale suddivisa tra assistenza e previdenza, dove le pensioni fanno la parte da leone, secondo l’Istat è arrivata a toccare nel 2016 la cifra 337, 5 Mld  con un incremento del 10, 9% rispetto al 2011.

Di questa imponente cifra ,che supera tutti gli paesi europei in termini di incidenza percentuale sul pil prodotto,  quasi tutto va alla spesa pensionistica. Fatto 100 Euro  alla lotta alla disoccupazione in italia vanno solo 5 Euro contro i 7 della media Ocse, 9,2 in Germania e e 11,8 in Spagna.

All’esclusione sociale è riservato solo 1,2% della spesa per assistenza e previdenza  mentre all’housing sociale solo lo 0,02 a fronte di una media Ocse di spesa sociale del 2, 6% sul Pil.

Più che fare a gara tra chi promette di più agli attuali pensionati e ai baby boomers in vista delle elezioni, le forze politiche  si dovrebbero preoccupare  da una parte di far crescere di più l’Italia e dall’altra di riequilibrare la spesa tra assistenza e previdenza a vantaggio dei poveri e delle giovani generazioni.

Da questo punto di vista anche le famiglie dovrebbero acquisire una cultura finanziaria diversa destinando al risparmio previdenziale( fondi pensioni integrativi)  una parte più consistente del proprio patrimonio finanziario( il patrimonio finanziario delle famiglie italiane ammonta a circa 4000 Mld).

Invece di depositare su libretti postali e conti  correnti i risparmi per i figli che non rendono niente potrebbe essere più utile accendere una posizione sulla previdenza complementare per i bambini e per i giovani che saranno costretti a fare i conti in futuro con questo problema.

Se ne avvantaggerebbe l’economia familiare anche dal punto di vista fiscale.

Già oggi, infatti, è possibile dedurre  dal reddito imponibile fino 5164,57 all’anno per i figli a carico a cui si può intestare direttamente la posizione del fondo che essendo portabile può essere trasferita in altri fondi quando il figlio o il nipote diventerà maggiorenne e potrà decidere se continuare a versare o fermarsi.

Sarebbe un modo per la generazione dei Baby Boomers e per quella dei Veterani( gli attuali nonni) di svolgere un’azione di educazione finanziaria  per far prendere coscienza alle giovani generazioni di un problema attualissimo che li riguarda, e  cominciare a preoccuparsi, quando possono, del futuro dei figli e dei nipoti.

Per aprire una posizione in un fondo pensione basta poco più di 100 Euro : il classico regalo del nonno o della nonna  al nipote per il compleanno o per la promozione scolastica.

Un piccolo primo passo che potrebbe dimostrarsi  alla lunga decisivo per il futuro dei giovani  in attesa che lo stato affronti in modo strutturale il problema magari agevolando ancora di più chi investe nei fondi integrativi.

 

 

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