Odontoiatri: L’usura dentale

Di Maria Vittoria Maltese

Da qualche anno e con sempre maggior frequenza si riscontra nelle bocche dei pazienti un incremento dell’usura dei denti.

Molti, infatti, sono consapevoli del problema mentre c’è chi rimane sorpreso. Sull’usura dentale non è stato scritto molto e né tantomeno esiste una grande mole di ricerca sulle sue cause ed effetti nel tempo.

Un articolo di B.C.N. Smith, pubblicato sul J.P.D. , riporta i risultati di alcune ricerche condotte in Inghilterra presentandosi molto interessante per la chiarezza e la significatività del materiale.

Gli autori sottolineano come sotto il termine generico di usura dentale vadano compresi almeno tre fenomeni diversi e distinguibili per causa e modalità di sviluppo:

  • quello prodotto dall’erosione da parte di sostanze acide;
  • quello causato dall’attrito dei denti fra di loro;
  • quello provocato dall’abrasione sui denti da parte di corpi estranei.

Quest’ultima modalità, oltre ad essere specifica di alcune professioni e tipica di chi fa un uso improprio di alcuni oggetti (penne, pipa) ma in particolar modo degli strumenti di igiene dentale primo fra tutti lo spazzolino che, se mal utilizzato, costituisce la causa principale delle usure dei colletti e della conseguente sensibilità.

Meno noto, ma assai importante, è il fenomeno dell’erosione prodotta da sostanze acide.

Questi dati si applicano a tre tipi di soggetti:

  • coloro che sono affetti da bulimia nervosa e anoressia;
  • coloro che soffrono anche in modo non manifesto del reflusso gastro-esofageo;
  • coloro che eccedono nel consumo di sostanze alimentari acide (ad es. succhi di frutta, bevande gassate, dolci, agrumi, aceto e anche alcuni farmaci masticabili come le tavolette di vitamina C);

Cofattori interessati allo sviluppo erosivo sono la capacità tamponante della saliva e l’effetto di alcuni medicinali come diuretici e antidepressivi sulla saliva.

L’attrito dentale, sia che si manifesti come digrignamento notturno o come serramento, provoca la formazione di facce di usura e fratture dello smalto.

Naturalmente è quasi impossibile prevedere la velocità di distruzione della sostanza dentale nel tempo: troppi elementi entrano in gioco con diversa incidenza da caso a caso, così come fattori casuali di tipo diverso possono sovrapporre la loro influenza oppure scomparire per modificazione delle abitudini e dell’alimentazione.

E’ importante comunque, almeno nei casi avanzati, poter controllare in modo oggettivo la velocità del progresso dell’usura tramite l’analisi di modelli della dentatura onde avere un preciso riferimento diagnostico e prognostico.

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