di Angelo Giubileo
SALERNO – In settimana ho ricevuto qualche sollecitazione in più a esprimermi
sulle idee e sull’attività che soprattutto hanno caratterizzato e ora
caratterizzano il fenomeno politico dei Cinquestelle. Perché di fenomeno
si tratta, destinato progressivamente nel tempo breve della politica,
azzardo così non oltre lo spazio di una legislatura di governo, a essere
riassorbito nei due campi di governo opposti che da sempre
contraddistinguono e quindi governano gli spazi della maggioranza e
della minoranza. Con l’elezione di Zingaretti a leader – e non capo come
egli stesso ha tenuto subito a precisare – del Pd, lo spazio di governo
a sinistra sarà progressivamente e di nuovo stabilmente occupato da un
partito che affonda le proprie radici, com’è proprio dell’arte della
politica fin dai tempi di Platone, nelle idee che vivono per mezzo delle
storie che gli uomini ancora intendono costruire.
Non mi dilungo oltre, ma un’ultima annotazione ritengo per parte mia
necessaria: i Cinquestelle emergono dalla sinistra dei due schieramenti
– è innegabile -, e si sono serviti di un modello solo in apparenza
alternativo a quello renziano. Renzi ha avuto la possibilità, almeno a
quanto pare, e uso così un brutto termine ma efficace, di sfondare e
cioè imporre, con mandato europeo e nazionale, se’ e la propria corte di
eletti all’intero popolo degli italiani. Fallito il tentativo, per
volontà del popolo elettore, i Cinquestelle sono subentrati nello spazio
di sinistra costituendo la carta di riserva del medesimo schieramento
sempre pronto a governare. Con il fallimento di Renzi, e la futura
caduta del governo attuale, anche i Cinquestelle esauriranno pertanto il
loro compito; ma ritengo non prima che il campo del centrosinistra sia
fortemente garantito e quindi stabilmente occupato da una forza
complessiva che sia realmente competitiva con una forza complessiva ed
equivalente che occupi il campo opposto di governo del centrodestra.
Naturalmente, vedremo.