Il Traditore

 

Dal dott. Vincenzo Mele

SALERNO – Il regista bobbiese Marco Bellocchio, noto per celebri pellicole come “I pugni in tasca”, “La Cina è vicina”, “Diavolo in corpo” e “Fai bei sogni”, racconta nel suo nuovo film, la figura di Tommaso Buscetta, il celebre pentito che, collaborando con la giustizia italiana, riuscì ad infliggere un duro colpo a Cosa Nostra.
Buscetta, interpretato magnificamente da Pierfrancesco Favino, all’inizio degli Anni ’80 è in Brasile dopo esser evaso dal carcere di Torino mentre a Palermo i corleonesi capeggiati dal nascente Totò Riina e da Pippo Calò sterminano i parenti di Buscetta e altri affiliati ai clan della vecchia mafia palermitana tra cui gli Inzerillo e Stefano Bontate. Nel 1981 viene arrestato dalla polizia brasiliana e poi estradato in Italia: lì comincerà a collaborare con il giudice Giovanni Falcone rivelando lo schema piramidale e testimonierà al famoso Maxiprocesso del 1986.
Bellocchio è riuscito a recuperare e a interpretare documenti storici legate a sentenze, condanne e testimonianze non solo del Maxiprocesso, ma anche da coloro che hanno collaborato insieme ai giudici Falcone, Borsellino e al pool antimafia istituito da Antonino Caponnetto.
Il film è stato presentato al Festival di Cannes e si è aggiudicato il Nastro d’Argento per il miglior attore protagonista, il Nastro d’Argento al miglior attore non protagonista addirittura due nella stessa pellicola di Bellocchio ex-aequo a Luigi Lo Cascio e Fabrizio Ferracane e il Nastro d’Argento per la colonna sonora di Nicola Piovani.
Nella pellicola Bellocchio mostra Cosa Nostra siciliana come materia estranea agli italiani e che è nemica dello Stato ma che contemporaneamente si infiltra dentro lo Stato stesso influenzandolo.
Nonostante le quasi tre ore di proiezione la pellicola di Bellocchio rimarrà tra le migliori del suo cinema in quanto personale interpretazione di Buscetta come uomo che decide di rivoltarsi contro le regole che aveva seguito per decenni ma che non viene adeguatamente supportato da uno Stato debole ed opportunista. Nel film notevole è il massiccio uso di inquadrature controcampo; ancor più interessanti sono le sequenze degli assassinii dei fedeli a Stefano Bontate, alleato di Buscetta, scandite da un insolito timer sullo schermo.
Una delle scelte più forti della pellicola è l’inserimento del “Va’ pensiero” di Verdi al momento dell’esplosione della bomba sull’autostrada a Capaci, a ribadire la piena italianità della vicenda sullo schermo.

 

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