FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO LE INTERAZIONI DEI FARMACI PER LA DISFUNZIONE ERETTILE

da Dr. Alberto Di Muria

 

Padula-Gli inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5-I), sildenafil, tadalafil, vardenafil e avanafil rappresentano un presidio terapeutico di prima scelta per la disfunzione erettile. Dalla loro immissione in commercio, avvenuta nel 1998 per il Viagra, hanno migliorato la qualità della vita di milioni di persone, dimostrandosi efficaci ed abbastanza sicuri.

La differenza tra i diversi farmaci è soprattutto nella durata d’azione: il tadalafil, il Cialis, infatti, ha un’emivita di circa 19 ore e raggiunge il picco plasmatico (Cmax) in tempi variabili che possono andare dai 30 minuti alle 6 ore; al contrario gli altri raggiungono il Cmax dopo circa 1 ora e hanno un’emivita di circa 4-5 ore.

Il metabolismo di questi farmaci avviene, come per la stragrande maggioranza dei principi attivi, ad opera del sistema enzimatico dei citocromi, che, a livello epatico, alterano la struttura delle molecole attive, rendendole più facilmente eliminabili. E’ proprio a questo livello che possono avvenire le maggiori interazioni con altri farmaci, il cui uso contemporaneo può aumentare o diminuire l’azione dei PDE5-I.

Infatti vi sono alcuni farmaci che hanno un’azione inibente sul sistema dei citocromi e, di conseguenza, prolungano la durata di azione dei farmaci da loro metabolizzati. In particolare il ritonavir, un farmaco antiretrovirale, prolunga la loro emivita da 4 a 26 ore; anche la cimetidina, un antiacido, ed il Ketoconazolo, un antimicotico, hanno un effetto simile, anche se meno intenso; anche altri farmaci come l’eritromicina o la claritromicina, entrambi antibiotici o l’itraconazolo potrebbero aumentare la durata d’azione degli PDE5I.

L’uso contemporaneo dei farmaci per la disfunzione erettile con quelli menzionati potrebbe, quindi, aumentare il rischio di reazioni avverse, quali disturbi visivi, ipotensione, sincope ed erezioni prolungate.

Al contrario l’uso contemporaneo con farmaci induttori del sistema dei citocromi, come la rifampicina, diminuisce le concentrazioni plasmatiche dei PDE5I e la loro efficacia.

Ci sono poi interazioni di tipo farmacodinamico, cioè legate all’azione farmacologica. Gli inibitori della fosfodiesterasi 5 hanno un’azione vasodilatatrice, per cui potrebbero causare un abbassamento della pressione arteriosa. Tuttavia è emerso da numerosi studi che i PDE5i possono inoltre essere somministrati insieme con quasi tutti gli antipertensivi senza dare riduzioni pressorie clinicamente significative. Viceversa, e assolutamente controindicata la loro somministrazione insieme con i nitrati perché può provocare una marcata vasodilatazione con conseguente ipotensione.

È importante informare il paziente di queste possibili interazioni farmacologiche al fine di evitare effetti collaterali gravi.

 

 

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