Dr. Pietro Cusati
(Giurista – giornalista)
Roma,21 settembre 2020 . “Per essere liberi bisogna saper rischiare. La libertà è un rischio.” Rossana Rossanda, storica dirigente del partito comunista italiano,una grande donna carismatica, intelligente, politicamente razionale, è stata tra le intellettuali più autorevoli del Paese, memoria storica dell’Italia del dopoguerra, ‘la ragazza del secolo scorso’, come aveva titolato la sua autobiografia. Si è spenta nella sua casa di Roma,aveva 96 anni. Una Signora della politica italiana,una donna complessa , una comunista mai pentita ma sempre critica, una “eminente marxista”, come la presentavano orgogliosamente sulle piazze di paese prima dei comizi. Lei minuta, tosta e restia al microfono, colta, appassionata di filosofia e arte. Le analisi di Rossanda: senza veli, senza omissioni, senza ipocrisie. Giornalista, scrittrice, fondatrice e direttrice del Manifesto, un’intellettuale di rara profondità e audacia. Amica di Jean Paul Sartre, aveva vissuto a lungo a Parigi, da dove era tornata due anni fa, stabilendosi a Roma. Nata a Pola il 23 aprile 1924, allieva del filosofo Antonio Banfi, ‘’il mio maestro’’come lo definiva, antifascista, ha partecipato alla Resistenza. E’ stata dirigente del Partito Comunista Italiano negli anni Cinquanta e Sessanta, fino ad essere nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI. L’esigenza di elaborare la crisi del socialismo reale, sull’onda dei movimenti studentesco e operaio, la conduce a fondare nel 1969 il gruppo politico e la rivista ‘il Manifesto, quotidiano dal ’71, insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina. Le posizioni assunte dal giornale in contrasto con la linea maggioritaria del Partito Comunista, in particolare sull’invasione sovietica della Cecoslovacchia, nel 1969 determinano la radiazione della Rossanda e di altri del gruppo dal Pci. Il comunismo ha sbagliato ,ma non era sbagliato. Nel libro autobiografico, pubblicato nel 2005 da Einaudi: ‘’ La ragazza del secolo scorso, tra storia e memoria lo straordinario contributo “al processo di democratizzazione della società italiana”, arrivò nella cinquina dello Strega. Dopo essere stata direttrice del ‘Manifesto’ si dedica soprattutto alla letteratura e al giornalismo attraverso varie pubblicazioni. Rossana Rossanda fu uno spirito libero e battagliero, una persona che difendeva le proprie idee anche a costo dell’isolamento o del discredito. Pensare con la propria testa e rimanere saldi nelle proprie convinzioni non è semplice nell’attuale società.
Militanza e passione, è stata un mito per un’intera generazione,Rossana Rossanda di libri ne aveva letti e scritti moltissimi. Della sua fine aveva parlato più volte, anche usando l’ironia, come quando propose per se stessa questo epitaffio: “Cari compagni, costei scelse di far la rivoluzione invece che l’università, ma il risultato non si è visto, non riposi in pace”. “Il comunismo ha sbagliato. Ma non era sbagliato“, ha detto in una recente intervista, scrivendo forse il suo epitaffio più eloquente.