Rifiuti tossici e Tribunale: quando ci sono i Carabinieri !!

Aldo Bianchini

dr. Paolo Cristinziano - capitano dei Carabinieri - comandante la compagnia di Sala Consilina dal settembre 2020

VALLO di DIANO – Nelle ultime settimane si è riaccesa, all’improvviso, l’attenzione verso la corretta tenuta del territorio del Vallo di Diano, da sempre oggetto di sversamenti di rifiuti tossici che, è necessario ribadire, ad oggi non sono stati ancora trovati e realmente repertati come tali.

Tanto è vero che il famoso “processo Chernobyl” incardinato presso il tribunale di Salerno da diversi anni brancola al buio ed annaspa tra vizi di notifica, rinvii esasperati, 38 imputati già assolti, disastro ambientale non conclamato; eppure sembrava dover essere il processo del secolo ed anche esaustivo e risolutivo per il gravissimo problema che, comunque, nel Vallo di Diano esiste in quanto l’elevato numero di persone che muoiono per cancro giustificherebbe una tale teoria. Un tecnico che aveva preso parte, nelle vesti di CTU (Consulente Tecnico dell’Ufficio) del Pubblico Ministero, mi ha spesso detto che dai carotaggi da lui eseguiti nei luoghi indicatigli dalle varie Procure non sono mai emersi elementi che potessero avere nuna valenza giudiziaria incontestabile.

 

Nelle ultime settimane l’attenzione si è riaccesa grazie ad un’inchiesta, l’ennesima, promossa tempo fa e conclusa dalla Compagnia dei Carabinieri di Sala Consilina, sotto la guida della Procura Distrettuale Antimafia di Potenza, con la contestazione di diverse presunte responsabilità a carico di alcuni soggetti, malavitosi e non, che sono stati attenzionati dalla magistratura con provvedimenti restrittivi di vario genere. Un’inchiesta che ha portato, dicevo, all’emissione di provvedimenti restrittivi di varia natura a carico di 7 indagati (Cardiello Luigi n. 1943 – Cardiello Gianluigi n. 1990 – Cardiello Giovanni n. 1962 – Quagliano Pasquale n. 1963 – Nisi Simone n. 1993 – Pinto Francesco n. 1957 – Pinto Raffaele n. 1982); ho parlato di 7 indagati perché per trasformarli in imputati o tutti in imputati ce ne vorrà di tempo e ci vorranno anche prove concrete e palesemente conclamate.

Lo sappiamo tutti che in sede giudiziaria non si ragiona sull’onda del pensiero indignato (cosa espressa da tutti, a cominciare dai politici locali per finire alle associazioni ed ai cittadini normali che nella fattispecie sono diventati “leoni della tastiera” di face book), ma si esaminano fatti e prove decisive ai fini del giudizio che, spesso, proprio per carenza di prove decisive si concludono con un nulla di fatto o, peggio ancora, con “il fatto non sussiste”.

Detto questo, per non portarla molto per le lunghe, va detto e sottolineato che, comunque, le inchieste del passato con quelle del presente hanno sicuramente un cognome come minimo comune denominatore che è “Cardiello”, quello del 1943, che è già un super indagato del passato e protagonista-assente di una storica puntata del “Maurizio Costanzo Show” in cui un suo dipendente, divenuto quasi cieco, aveva denunciato in sede nazionale i “presunti loschi traffici del Cardiello”, nei confronti del quale qualsiasi imprenditore di buon senso si sarebbe dovuto astenere dal mettere in piedi il benché minimo affare.

E’ proprio qui uno dei punti di forza della presente inchiesta, l’essere riusciti a coniugare il Cardiello con le due maxi inchieste è probabilmente il primo significativo preavviso di positiva conclusione della inchiesta in atto e splendidamente condotta, in assoluto silenzio, dal nuovo capitano dei Carabinieri di Sala Consilina, il già noto Paolo Cristinziano, che nei pochi mesi di servizio valdianese è riuscito a mettere insieme una serie di successi investigativi, inanellando l’uno dopo l’altro alcuni elementi che hanno messo a nudo i disvalori esistenti nel Vallo di Diano (così come in altre zone) che non sono soltanto quelli legati al presunto interramento dei rifiuti tossici ma ad altre cause ancora più pericolose, forse, degli stessi rifiuti.

E’ sfuggito ai più che il capitano Cristinziano sta mettendo insieme ed analizzando, sempre con l’avallo della Procura di Lagonegro elementi portanti al fine di far dichiarare il Vallo “un’isola non felice”.

Ma di questa azione di controllo capillare del territorio avremo modo e tempo per parlarne, partendo dalla domanda: “Dove funzionano i Carabinieri, sono davvero necessari i piccoli tribunali ?”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *