MELISSA: i banchi vuoti della III F dell’ IIS Genovesi-Da Vinci

 

Aldo Bianchini

La dirigente dell'IIS Genovesi-Da Vinci prof.ssa Lea Celano con i due studenti rappresentanti d'Istituto Letizia Visconti e Marco EspositoSALERNO – Da poco più di due anni ci sono, almeno nella memoria dei ragazzi, due banchi vuoti nella III/F dell’Istituto di Istruzione Superiore Genovesi – Da Vinci di Salerno; i banchi sono quelli di Vittorio Senatore deceduto il 14.09. 2019 per incidente stradale, e di Melissa La Rocca deceduta il 7.10.19 in classe per un malore improvviso.

Due fatti sciagurati e assolutamente differenti l’una dall’altra che hanno, però, due comuni denominatori: la giovanissima età e la prevenzione. Difatti avevano entrambi 16 anni e, forse, un’attenta e rigorosa prevenzione (nel primo caso stradale e nel secondo sanitaria) avrebbe potuto salvarli. Ai due ragazzi, Vittorio e Melissa, l’Istituto ha giustamente intitolato l’aula magna dal gennaio 2020.

L’altro giorno, giovedì 25 novembre 2021, la sensibilità umana, la preparazione professionale e l’innata capacità relazionale della dirigente prof.ssa Lea Celano, ben supportata dalla prof.ssa Pina Masturzo, hanno fatto sì che l’Istituto Scolastico abbia potuto ospitare uno dei luminari in campo mondiale di aritmologia e di elettrofisiologia che sono alla base delle non rare “morti improvvise tra i giovani”(come quella di Melissa) ed anche, purtroppo, tra gli sportivi.

Il prof. Carlo Pappone con il presidente dell'ordine dei medici dr. Giovanni D'Angelo

Parlo del Professor Carlo Pappone, responsabile dell’Unità Operativa di Aritmologia Clinica e del Laboratorio di Elettrofisiologia all’IRCCS Policlinico San Donato di Milano che ha svolto una relazione interessantissima sulla cultura della prevenzione e su come promuoverla ad ogni livello e per tutte le categorie sociali.

Consegna del dipinto riproducente "Antonio Genovesi" al prof. Pappone da parte del dr. Matteo Generoso Bottigliero (sindaci di Castiglione del Genovesi) e il papà di Melissa dr. Vinicio La Rocca

L’Associazione Melissa La Rocca, voluta dal papà Vinicio e presieduta da Ciriaco Russomando, ha curato le fasi organizzative per offrire ai presenti un colpo d’occhio eccezionale, come di rado è dato di vedere in un istituto scolastico cittadino. La presenza massiccia di autorità e di studenti ha fatto il resto in uno scenario coperto dal silenzio assoluto, rotto soltanto dal pianto incessante e coinvolgente della mamma di Melissa presente in platea.

Massima l’attenzione quando, opportunamente invitato dalla dirigente Lea Celano, ha preso la parola il prof. Carlo Pappone; con umile semplicità il luminare, rifuggendo da complicate citazioni tecnico-scientifiche, ha fatto passare nell’immaginario collettivo della platea un messaggio fondamentale e valido per tutti, nessuno escluso: “… gli studi, le ricerche, le statistiche, la pratica quotidiana ci ha portati a ritenere -ha detto  il prof. Pappone- come indifferibile la necessità di parlare tra di noi, dentro e fuori le famiglie, delle malattie personali e familiari per arrivare anche a descrivere accuratamente le sintomatologie conclusive della vita terrena. Soltanto così noi medici possiamo raccogliere tutti gli elementi necessari da offrire allo studio dei ricercatori per migliorare la qualità e la lunghezza della nostra vita”. E per Melissa ?Nel caso di Melissa -ha concluso il prof. Pappone- si è trattato della sindrome di Brugada che molto verosimilmente poteva e doveva essere diagnosticata per tempo; dalla carenza di prevenzione arriva la morte e non solo per la giovanissima Melissa”.

Da sinistra la prof.ssa Pina Masturzo, la prof.ssa Lea Celano e il presidente dell'Associazione Melissa La Rocca dr. Ciriaco RusLa platea affollata

somando

Nell’aula magna erano presenti il presidente della Provincia ing. Michele Strianese e l’assessore comunale dr. Massimiliano Natella, oltre all’ex dirigente dell’Istituto Genovesi-Da Vinci ed a molti medici e rappresentanti di associazioni di solidarietà.

Il racconto del suo caso personale di presunta malasanità salernitana del rappresentante dell’Humanitas della Costiera Amalfitana, pur avendo colpito la platea, ha eccessivamente punito il valore della struttura cardio-chirurgica cittadina (gli errori si verificano anche a Zurigo e Boston, così come a Milano e Salerno !!); e nel merito ha richiesto ed ottenuto la parola il noto cardiochirurgo del Ruggi dr. Matteo Generoso Bottigliero che, giustamente e con serena fermezza, ha difeso l’immagine della Torre del Cuore la cui eccellenza è riconosciuta in tutta Italia, e non solo.

Lo scambio di doni in ricordo dell’evento molto sentito ha concluso una meravigliosa mattinata di cultura che, proprio perchè ben organizzata e ben condita dalla relazione di Pappone, ha tenuto sempre viva l’attenzione delle centinaia di studenti presenti.

 

 

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