da Antonio Cortese (giornalista)
Un buon esempio di associazionismo a Salerno da ricordare é quello di Azione Liberale. Nato da quattro amici “sul Bar”, ovvero nei pressi dello storico bar Sporting, il congresso informale di associati trattava temi di politica internazionale più che altro. Tale respiro fuori dal solito provincialismo era organizzato dall’avvocato penalista Gianluigi Cassandra, l’assicuratore Elio De Meo, il noto ultrà “intellettuale” della Salernitana Calcio Nello Battagliese e altrettanti concittadini da elencare in seguito, me compreso in calce. Come tante associazioni in città, e in questo caso parliamo già dei primi anni del terzo millennio, il ciclo si è estinto dopo pochi anni per i seguenti motivi: nel sud Italia, incontrarsi solitamente per strada o a qualsivoglia riunione, appuntamento di gruppo o vaio tipo di festa, anche semplicemente al bar o in un locale di grido al momento, é facilissimo. Ne deriva che il collante aggregativo si sfaldi per una naturale distrazione, positiva per lo più, che il tessuto sociale offre di per sé al meridione. Molte associazioni culturali specie nel mondo dell’arte o che ne prendano il pretesto, dopo una decina di incontri, brunch al tramezzino senza nebbia, o briefing semiseri con aperitivo notturno e non serale, si sparpagliano spesso in un niente di fatto a causa dell’indole epicurea che prevale dalle nostre parti. I clan, i club nei paesi più freddi vivono e sopravvivono per le logiche condizioni delle temperature esterne e si riuniscono perché altrimenti non ci sarebbe modo di incontrarsi. Ora però con l’avvento delle tecnologie personali che fanno da protesi diretta per la comunicazione, non solamente one to one, anche altrove il fenomeno, la pratica sociale, va ritirandosi a riccio. Azione Liberale ebbe la capacità di interloquire con penne del calibro di Magdi Allam e più di un senatore italiano, giornalisti come Della Vedova senza dimenticare le sane ambizioni di personaggi locali come l’avvocato Angelo Cennamo ( divoratore di libri di letteratura americana moderna e postmoderna che recensisce in un suo blog) , la fotoreporter sportiva Rosa Nasti, l’avvocato cavese Emilia Natale ed altri comunque ancora impegnati in un modo o nell’altro. Ora, con la globalizzazione a portata di tutti, i temi internazionali, dall’arte agli altri settori politicizzati o meno, sembrano sparire specie sulla carta stampata locale e rimanere ad un vaglio passivo dai più, anche da quelle poche centinaia di lettori delle testate nazionali principali, senza che ci sia un efficace intervento di opinione che rimbalzi anche diversamente ai microfoni televisivi; perché su internet finisce spesso o quasi sempre in satira infantile.