Aglio, “ucraglio” e un caotico frastocchio.

da Antonio Cortese (giornalista)

I rulli delle news vanno in cantilena oramai senza alcun pizzico di riflessione. Il coro intonato dell’informazione stonata non accenna quasi mai ad un perché ciò che si recrimina a Putin non lo si sia recriminato ai vari governi israeliani. L’embargo di questi giorni a “ pane e puparuoli” che non sta facendo altro che smascherare le stesse imprese capitaliste, o almeno così concepite specie in Italia e altri paesi che da pochi anni si sono affacciati a est sulle scie dei  venti economico siberiani, in  terra santa non si è visto ancora. Quando Israele bombarda, i media si preoccupano, si meravigliano e si intellettualizzano; ma a parte qualche approfondimento storico in stile Minoli, tutto tace o continua nell’ignoranza o nei gossip e nelle pubblicità che filano e fondono. Poiché la letteratura giornalistica che denuncia questa indifferenza e complicità del sistema filoisraeliano é oramai vasta ma inefficace, non resta che attivare almeno riti dissacratori, scongiuri e superstizioni contro questa disinformazione mostruosa. Azionando radio e tivù le voci dei cronisti sono calibrate inevitabilmente al grave tipo di notizia, con toni da scoop emergenziale più terrificante del terrorismo stesso.  Ovvero  per la maggior parte degli speaker sembra che siano proprio i primi che senza saperlo urlano, destabilizzano anche se mascherati da volumi radio o mixer professionali. Anni fa la Rai aveva radiocronisti con spalle forti che nel dare una notizia avevano cognizione di causa, anche con molte più guerre e problemi nel mondo, cosa che i robotizzati, programmati e senza i giusti file di archivio oggi non hanno. Se un cronista debba parlare di temi scottanti a livello internazionale, non può essere la stessa persona che tratta in altre trasmissioni temi di gossip nei rapporti di coppia “a tre”. Traendo conclusioni bisognerebbe informare i vari tipi di audience che innanzitutto la gran parte dei media commerciali nella comunicazione giornalistica non sono ancora avvezzi a certe notizie  e quando le danno sbagliano nei tempi e soprattutto nei modi; non le elaborano ripetendo come pappagalli ancora da ammaestrare; senza accorgersene essi stessi creano panico con effetti moltiplicatori per cui uno scippo nel quartiere diventa immediatamente emergenza scippi con titoli a cascata del tipo “lo scippo di Giggino arriva a Scotland Yard” oppure “ prossimamente la giornata internazionale anti scippo”. Poiché per questa dinamica nella comunicazione, anche se almeno ai vertici delle testate di informazione sia una cosa scontata, poiché col tempo, da Pasolini fino a Montanelli, Scalfari, Biagi, passando per i burattini di Costanzo, non sembra esserci qualcuno che incisivamente apra occhi e orecchie alle masse, é bene almeno spezzare qualche cornetto di Pulcinella accanto ai dispositivi, affinché il catastrofismo degli inconsapevoli catastrofisti, sia protetto scaramanticamente. La scaramanzia solitamente nasce dall’ignoranza e come diceva Eduardo “non è vera ma ci credo”; ma contro questo continuo sparargimento di notizie alla cieca e soprattutto alla cecità degli informati, bisogna difendersi con un bel radicale quanto primitivo sciò sciò ciucciué! La comunità internazionale a livello politico non si è mai più di tanto allarmata per il conflitto israeliano, perché paralizzare un terzo del pianeta per una regione con meno ragioni da rivendicare? Se la risposta é che la lotta al comunismo non é mai finita, è propaganda scaduta , perché é il comunismo che non esiste più dai tempi di Solidarnosc in Polonia, con l’indipendenza di Estonia, Lettonia e Lituania, di Cechi e Slovacchi, e con la guerra balcanica. Poi ai più giovani glielo hanno detto, o meglio, fatto capire i cinesi.

In un precedente articolo su il Quotidiano di Salerno online già ho citato, evocando una simile scaramanzia il giornalista Travaglio, ma da come procedono le vicende specie in Italia, sarà servito solamente a far resistere le meningi dei pochi veri lettori del noto giornalista e dei pochi attenti alle mie umili quanto sofisticate  (o almeno originali) righe.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *