Salerno. Centro Storico. Storia di una morte annunciata

da Nunzio La Rocca

Abitando nel cuore del Centro Storico di Salerno, con i balconi su Via Mercanti, dalla mia camera da letto mi giungeva familiare il rumore dei trolley viaggianti o in direzione Stazione Ferroviaria o provenienti da questa, in attesa di smistarsi nelle tante strutture ricettive nate in zona nel corso degli anni. Nelle ore della movida sciamavano ragazzi di tutte le età che incrociavano le loro vite tra una birra ed un panino animando le antiche pietre della nostra città. Stiamo assistendo ad un barlume di ripresa ma siamo ancora lontani. Tutti ora mi diranno che è colpa della pandemia se tutto questo è stato spento. Ma il COVID19 non può salire da solo sul banco degli imputati. Il cuore della nostra Salerno è stato colpito da una serie di concause che ricadono sulle coscienze di ogni componente sociale della nostra città. Una su tutte la completa assenza di un progetto comune di sviluppo turistico commerciale. Il Centro Storico è semplicemente seduto sulla storia. Ogni pietra, ogni angolo, ogni ombra ne racconta i passaggi delle culture attraverso i tempi, delle civiltà che hanno contribuito a realizzare quella che oggi chiamiamo con orgoglio “SALERNO”. Il silenzio delle organizzazioni commerciali, delle associazioni, della stessa amministrazione comunale, ha contraddistinto i mesi post-pandemici. Invece della ripresa, assistiamo ad una emorragia continua: di persone, di commercianti, di iniziative, di idee, di progetti, di programmazione. Tutti i Comuni della nostra Penisola hanno attuato politiche di conservazione e riqualificazione dei centri storici e ne hanno fatto il punto di forza dell’attrazione turistica. Solo la nostra città riesce a rigettare anziché accogliere. Il parcheggio del Crescent che doveva essere un punto di forza per il rilancio delle presenze nella nostra amata Movida, rimane desolatamente deserto. Assistiamo ad una deriva dei controlli sulle attività commerciali che in nome del post COVID fanno quello che vogliono, occupando spazi pubblici senza autorizzazione e inondando di spazzatura i marciapiedi tutto in nome della ripresa. E’ un boomerang che sta colpendo la nostra economia. Abbiamo bisogno di alzare l’asticella ed avere una Movida di qualità con locali all’altezza, buona musica, giovani e non che girano per il Centro Storico in tranquillità, divertendosi e trovando poli  attrativi interessanti. Penso a tutti quegli artisti che sono stati economicamente sconquassati dalla pandemia e che potrebbero trovare spazi negli angoli caratteristici del nostro Centro Storico riprendendo la loro arte attraverso progetti sponsorizzati dal Comune. Già….!!!! Il nostro Comune in default amministrativo …. ed allora spazio alle iniziative private. Rendiamo disponibili i nostri siti. Penso al complesso di Santa Sofia, al Tempio di Pomona, alla Pinacoteca Provinciale, al nostro amato Teatro Verdi, penso a Largo Abate Conforti, a Piazza Flavio Gioia, alle varie piazza che si aprono sul lungomare. Apriamo la città all’iniziativa dei privati senza perderne il controllo. Diamo spazio alle idee. La nostra città disorganizzata avrebbe bisogno di un “City manager” (perdonatemi l’inglesismo) che liberi i cervelli migliori della nostra Salerno (e vi assicuro che abbiamo tanta qualità in giro) e gestisca in maniera imprenditoriale la Movida in sinergia con le forze amministrative. Apriamo Salerno, rendiamola una città viva. Nelle mie fantasie organizzative immagino una città evento, che ne partorisca uno barra due al mese, eventi di qualità ai quali le famigerate Luci d’Artista possono fare da contorno. Avanti con le idee.

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