LAMBIASE: il primo anno senza Ettore

 

Aldo Bianchini

Ettore Lambiase

SALERNO – Era il 10 marzo del 2022, un anno fa, quando l’amico di tutti Ettore Lambiase lasciò (come si suol dire !!) questa valle di lacrime; e ci lasciò un po’ tutti interdetti in quanto dopo le prime brutte notizie sul suo stato di salute eravamo stati confortati dall’evidente miglioramento delle sue condizioni fisiche e, soprattutto, psicologiche accompagnate dai messaggi whatsapp che fino alla fine di febbraio distribuì senza risparmio, anche per commentare (come nel mio caso) gli eventi televisivi e l’inizio della sciagurata guerra in Ucraina.

Conservo ancora l’ultimo messaggio che in qui giorni mi raggiunse; era il 28 febbraio dell’anno scorso e Ettore mi scrisse: “Incredibile, che tetro, che farsa, stanno prendendo per i fondelli tutto il mondo, queste non sono persone m sciacalli …. mi fa quasi schifo a vedere i giornalai da spettacolo, ho chiuso la televisione, solo bugie …”; ad un anno di distanza apprezzo ancora quelle ultime sue parole per la loro estrema attualità.

Del resto Lui di comunicazione, di televisione, di giornali e, soprattutto, di giornalisti se ne intendeva, e come; non per niente e non a caso è stato un ottimo editore televisivo con la “sua” Tv Oggi che ha messo, nei decenni, al servizio di tanti ricevendone in cambio soltanto piccoli, parziali, rari e sterili riconoscimenti.

Non amava la falsa pubblicità e peggio ancora il presenzialismo; tanto Lui non c’era mai ma c’era sempre, anche nella sua televisione che amava seguire attentamente da casa come un telespettatore qualsiasi pur se infinitamente interessato a tutto quello che produceva.

Su Ettore Lambiase potrei scrivere un libro in quanto veramente tanti sono i momenti e gli aneddoti che hanno contrassegnato il nostro rapporto di amicizia e professionale che ci hanno legati purtroppo per pochi anni a cavallo di quegli anni 80/90 che, comunque, hanno profondamente segnato la storia della nostra città, e non solo.

L’ultimo messaggio whatsapp glielo inviai il 9 marzo 22 “Caro Ettore, sono tornato in Italia. Spero tu stia bene e già a casa in convalescenza. Un abbraccio”; non ho mai ricevuto risposta.

Mi piace chiudere questo breve ricordo del mitico Ettore riproponendo all’attenzione di tutti la testimonianza di amore, di riconoscenza e di grande rispetto verso un uomo e un padre che solo una figlia (la figlia Stefania) può e sa scrivere rivolgendosi a tutti su FB:

  • Quando fai tutto, con tutte le tue forze, fisiche e mentali … ma quel tutto non è abbastanza  … ADDIO Papà  … Un pensiero mi consola: in questi ultimi due mesi hai conosciuto tutto l’amore, la cura, le attenzioni di cui sono capace…non posso rimproverarmi nulla … Ora tornerai alla nostra Madre Terra, come piaceva a noi pensare … Abbiamo avuto un rapporto difficile e conflittuale per anni – quante ce ne hai fatte passare … tremendo che eri!  Sempre un vulcano, un fiume in piena! – ma la vita ci ha dato l’occasione di ritrovarci, comprenderci e legarci più che mai negli ultimi 25 anni … siamo stati fortunati … Quando ti ho visto lunedì sera, sentivo che sarebbe stata l’ultima volta che mi prendevo cura di te … Quando sei uscito dalla sala operatoria eri bello, bellissimo, col viso finalmente disteso e rilassato, lontano dalle sofferenze degli ultimi giorni … Quei baci sulla fronte erano gli ultimi, lo sentivo … Te ne sei andato così, serenamente, in pace, senza sofferenza, avvolto in un sonno dolce … è quello che spero … Buon viaggio papà”

 

 

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