L’emendamento Costa è una pesante limitazione del diritto di cronaca e di informazione .Non si potranno pubblicare le ordinanze di custodia cautelare, nemmeno per estratto ?

 

da Pietro Cusati (giurista-giornalista)

On. Enrico Costa (Azione)

L’Ordine nazionale  dei giornalisti è fortemente preoccupato per la norma approvata alla Camera dei deputati ,  che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo delle ordinanze di custodia cautelare, fino al processo, perché farà calare il silenzio sulle inchieste più delicate e importanti che portano all’arresto degli indagati. Il divieto pubblicare anche solo “stralci” delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con il principio di presunzione di innocenza, ma costituisce una pesante limitazione del diritto di cronaca. Ai cittadini viene impedito di conoscere le motivazioni che hanno determinato gli arresti e quindi di sapere quali sono i motivi che hanno indotto magistrati e forze dell’ordine ad assumere provvedimenti che limitano la libertà individuale. I cittadini devono sapere perché vengono presi provvedimenti così pesanti  per poter esercitare un controllo sull’operato della magistratura. In tal modo si vuole mettere il bavaglio all’informazione, che non ha nulla a che vedere con la tutela degli indagati: l’intenzione evidente è quella di evitare che i giornalisti possano continuare a fornire ai cittadini i particolari relativi agli scandali che riguardano i potenti. I presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti condividono le preoccupazioni espresse dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Fnsi per le minacce che al diritto di cronaca derivano dall’approvazione dell’emendamento Costa alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare ,condividono, altresì, le iniziative di protesta che sono state indette in queste ore anche in concomitanza con la conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio on. Giorgia Meloni. “Si uniscono alla richiesta di non approvare il provvedimento ritenendolo una ‘legge bavaglio’ che lede il diritto dei cittadini ad essere informati, in particolare nel campo dell’attività giudiziaria”.I parlamentari dovranno  «intervenire per bloccare questo provvedimento iniquo, antidemocratico e anticostituzionale».Una norma che di fatto mette il bavaglio alla stampa limitando il diritto di cronaca e di informazione introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo delle ordinanze di custodia cautelare, fino al processo, farà calare il silenzio sulle inchieste più delicate e importanti che portano all’arresto degli indagati. Il divieto a pubblicare anche solo “stralci” delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con il principio di presunzione di innocenza, ma costituisce una pesante limitazione del diritto di cronaca. Ai cittadini viene impedito di conoscere le motivazioni che hanno determinato gli arresti e quindi di sapere quali sono i motivi che hanno indotto magistrati e forze dell’ordine ad assumere provvedimenti che limitano la libertà individuale.

 

 

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