MARGARET: cittadina del mondo

 

Aldo Bianchini

SALERNO (11.06.24) – Ho condiviso poche cose della sua lunghissima azione sindacale, ma non abbiamo mai litigato, ci siamo sempre rispettati nella ricerca di un punto di riflessione e di eventuale concertazione delle due nostre rispettive identità nella ricerca costante del “rispetto dei ruoli” che rispettivamente abbiamo occupato nel corso di tanti decenni.

Da socialista moderato e convinto assertore del dialogo, quale sono, non potevo condividere alcune sue battaglie radicali, ma l’ho sempre ammirata per la forza e la convinzione che ha dimostrato nel corso degli oltre quarant’anni di vita al servizio della sanità pubblica.

Ha combattuto aspramente in favore degli altri, ci ha messo sempre la faccia ed ha rischiato, per questo, anche sul pino fisico; indomita e pasionaria, come quando la conobbi nella seconda metà degli anni 70.

Non è un aneddoto ma un fatto realmente accaduto.

In quegli anni, presso l’Istituto Magistrale Regina Margherita di Salerno, si svolse un esame-concorso nazionale di selezione per essere assunti presso l’INPS; pochi posti per migliaia di concorrenti alle prese per la prima volta con i quiz. Io (già ispettore dell’Inail) mi ritrovai a svolgere il compito di “tutor” in una delle tante classi occupate per il concorso. Ad un certo punto dal fondo dell’aula si alzò un vociare forte con gravi accuse contro le modalità di organizzazione della selezione. Mi avvicinai verso quel banco e la vidi riconoscendola subito, era la giovane Margaret Cittadino (molto battagliera) che cercava di sollecitare gli altri concorrenti ad una composta ma ferma manifestazione di dissenso. Sul posto accorse il responsabile generale (funzionario Inps) che incominciò a scontrarsi con Margaret; riuscii a fermarlo ed a chiedergli di darmi il permesso per la risoluzione del caso. Se ne andò ed io ebbi carta bianca; fu facile convincere Margaret a deporre le armi, io più arrabbiato di lei per come il tutto era stato organizzato. Comprese, ci conoscevamo già da tempo, e la storia si chiuse in pochi minuti.

Qualche tempo dopo nel corso di un mio sopralluogo in ospedale la ritrovai nel ruolo di dipendente e sindacalista; ci siamo incontrati poche altre volte e sono stati sempre momenti molto costruttivi sebbene partissimo sempre da posizioni diametralmente diverse.

Ho appreso della sua morte dai giornali, non sapevo stesse così male; sono sinceramente addolorato.

Ed ho pensato a come sarebbe stata la vita personale – professionale e sindacale se Margaret avesse superato quella selezione e fosse entrata all’Inps invece che in ospedale.

Non c’è la controprova; adesso riposa in pace.

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