Chapeau a Enzo Pellecchia, ideatore delle Farmacie Comunali a Salerno.

 

 

da Salvatore Memoli (avvocato – scrittore – giornalista)

 

 

La notizia della morte di Vincenzo Pellecchia, Enzo per gli amici, mi ha raggiunto lasciandomi un vero dolore. Avvocato, fine conoscitore di legislazioni in campo amministrativo ed in particolare farmaceutico, lo annovero tra i padri delle Farmacie Comunali a Salerno. Con grande umiltà, pari alle sue profonde conoscenze, scrisse il progetto di una rete di farmacie, coinvolgendo le sue conoscenze romane ed alcuni sostenitori a Salerno. Enzo era fratello della farmacista Luisanna Pellecchia, una professionista e sindacalista della Cisl, presidente di Assofant Salerno e Vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti, che nel campo può essere considerata una tra le più esperte e disponibili risorse. Insieme hanno coniugato intuito, legislazioni, conoscenza del territorio, voglia di sostenere i giovani laureati in farmacia, creando per loro una prateria istituzionale che ha permesso a molti di trovare un inserimento sociale e professionale dignitoso e rispettato. Ho avuto modo di conoscerli bene, questi due combattenti della legalità e del benessere del territorio, quando fui individuato come primo Presidente del Consorzio Farmaceutico Intercomunale. Li ebbi come sostenitori del progetto e come consulenti preziosi per i primi passi che non furono semplici. Prima di me i fratelli Pellecchia erano stati apprezzati amici e sostegno dell’iniziale idea di istituire, come la legge consentiva, le farmacie comunali, di un grande e comune amico medico e consigliere comunale di Salerno, persona di grande spessore, il dr. Luigi Pizza. Pizza fu il padre politico delle Farmacie Comunali, sostenne con atti amministrativi importanti il lavoro gratuito e geniale dell’avv. Enzo Pellecchia. Ebbe la convergenza dell’Ordine dei Farmacisti che sapientemente la dott.sa Luisanna seppe motivare e rendere favorevole, insieme alla pattuglia sindacale e professionale di molti giovani farmacisti. > A costoro deve essere riservato sempre il merito di una tale primogenitura politica. Fu, più tardi, quel terremoto umano e politico della dottoressa ( medico) Maria Teresa Baione , ascoltata Consigliera Comunale di Salerno, a smuovere tutte le paludose acque politiche per far decollare un’idea da tutti apprezzata ma soltanto da Vincenzo De Luca voluta e condivisa con i Comuni sodali di Cava, Scafati, Baronissi, Eboli e Capaccio. Un gioiello nato con poche risorse e destinato a grandi spazi commerciali, sociali, solidali e di lustro politico, per la capacità di offrire, con una sola iniziativa, risposte positive al territorio, ai giovani farmacisti, alle relazioni politiche, all’avvio di una realtà economica che avrebbe mosso cifre a svariati zeri. Il progetto delle Farmacie Comunali nacque, come voluto da Pellecchia, per dare un segnale forte nel campo dei servizi pubblici, inteso come arricchimento democratico dei servizi sociali, uno strumento forte per gestire con una visione pubblica la gestione di un settore che risentiva di una visione privatistica, padronale e monopolistica, per molti anni. Ho ascoltato con attenzione e profondo rispetto le motivazioni professionali e politiche degli ispiratori del progetto, le ragioni professionali dei giovani laureati in farmacie, le loro ridotte agibilità all’interno di un sistema che limitava la loro utilizzazione. Poi, piano piano, ebbi modo di entrare nel vissuto di un mercato dei farmaci che si muoveva con determinazione, qualche volta con untuosa arroganza e talvolta sotto la spinta di interessi non propriamente trasparenti e legali di settori sottoposti a pressioni di gruppi sociali border line. > I primi passi del nuovo organismo pubblico furono faticosi e misurati, sembrò un vero miracolo far affermare un cambio di marketing farmaceutico e l’idea di avere un’attenzione forte con le marginalità sociali che si avvicinano al mondo dei farmaci. Non avevamo scontistica particolare ma presenza di valori aggiunti che gratificavano il rapporto con la farmacia ed il farmacista. Con poche risorse finanziarie riuscii in meno di un anno a far partire la start up e ad aprire le prime farmacie, circondandole di attenzioni positive dei cittadini e degli amministratori locali. Finché ebbi De Luca come mio referente mi fu possibile avanzare alacremente nel programma di business e di avviare una comunicazione serrata, partendo dall’esperienza dell’Avv Enzo Pellecchia. Per i primi anni le Farmacie Comunali non hanno mai ceduto a pressioni di nessun genere e meno che mai politiche. Ebbi modo di gestire in totale libertá l’avvio di una selezione per diverse decine di impiegati, farmacisti e magazzinieri. Riuscii a formarli, secondo il protocollo che mi avevano trasmesso Enzo e Luisanna Pellecchia che ne divenne Direttrice Generale. Il nuovo consorzio fu accettato con grande benevolenza negli organismi della federazione nazionale. Mi fu di grande aiuto questo sodalizio per accrescere e verificare la bontà del protocollo Pellecchia. Mai nei tanti mesi in cui avviai la start up Enzo Pellecchia aveva fatto un condizionamento alla gestione di ciò che aveva messo in piedi. > Anzi, non mi risulta che si siano usate parole di riconoscenza e gratitudine per la grande professionalitá spesa da questo valido consulente. > Il tempo è passato in fretta e con danno perché tutto ciò che aveva caratterizzato la buona gestione societaria dell’inizio, si è tramutato in uno straziante straripamento d’illegalità concettuale e fattuale di una realtà che è diventata forte, importante, caratterizzata da originalitá ed innovazione per tutto il Mezzogiorno italiano. Finché la politica é stata limitata all’esercizio delle sue prerogative nell’Assemblea della proprietà, tutto ha avuto un iter accettabile. Quando i poteri del Consiglio di Amministrazione si sono piegati ai voleri politici, anche con la scelta di Direttori in contrasto con lo Statuto e in violazione delle volontá dei Consigli Comunali consorziati, tutto è scaduto in un vergognoso mercanteggiamento dei profitti personali. L’avv Enzo Pellecchia si è fermato per un malore cardiaco. Si è spenta la sua vita ma resta viva la sua adamantina esperienza, intelligenza, coraggio amministrativo. Davanti a lui, alla sua memoria dovremo sempre inchinarci riverenti, nonostante i disastri di questo tempo, nessuno potrà non riconoscergli di aver avuto una intuizione felice, premiante per il territorio ed utile ad elevare il livello dei servizi pubblici, offerti dai Comuni. > Che il tempo possa riservarci di vedere questo progetto straordinario riprendere il suo posto nel territorio, a conferma che l’onestà colora di bene qualsiasi programma e fa la differenza con i suoi risultati. Chapeau a Enzo Pellecchia!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *