La rinascita del francese come lingua economica

 

Filippo Ispirato

Sempre di più nel mondo globalizzato si rende necessario in qualunque  professione la conoscenza di una o più lingue straniere; oltre all’inglese, diventata ormai una lingua franca, sarà utile la conoscenza di una seconda o di una terza lingua straniera da affiancare alle proprie specifiche conoscenze professionali. Nella scelta di una seconda lingua da studiare può essere utile a mio avviso andare a considerare il peso economico che può avere una nazione in Europa, in quanto, maggiori scambi economici e commerciali ampliano la possibilità di utilizzare la lingua come veicolare ed essere un punto di forza per un eventuale colloquio di lavoro. A tal proposito, negli ultimi anni la Francia, e di conseguenza la sua lingua, hanno assunto sempre di più un livello di leadership nell’area europea e il paese transalpino ha rivestito un‘importanza via via maggiore negli scambi con il nostro paese e nella scena economica e finanziaria italiana. Tale lingua, al pari dell’inglese, oltre ad essere una delle tre lingue ufficiali dell’Unione Europea insieme all’inglese e al tedesco, e con l’inglese la lingua di diverse istituzioni internazionali e del corpo diplomatico, è diffusa in tutti e cinque i continenti: Europa: Francia, Svizzera, Principato di Monaco, Belgio, Andorra, Lussemburgo, regione Valle d’Aosta. Africa: Marocco, Tunisia, Algeria, Congo, Burkina Faso, Senegal, Mali, Niger, Camerun, Gibuti, Costa D’Avorio, Ciad, Guinea, Madagascar, Ruanda, Gabon e Burundi tra gli altri. Asia: Libano, Siria, Vietnam, Laos, Cambogia. Oceania: Wallis e Futuna, Vanuatu, Polinesia Francese, Nuova Caledonia. America: Canada, Haiti, Guyana francese, Lousiana, Martinica, Guadalupe.  Dal punto di vista economico la Francia ha assunto sempre di più un peso rilevante nella scena economica italiana sia nel campo della grande distribuzione (Conad acquistata dal gruppo Leclerc, GS di proprietà del gruppo Carrefour, la Rinascente di proprietà dell‘Auchan), che in campo finanziario (ricordiamo i nuovi gruppi entrati nel mercato italiano delle assicurazioni con Groupama ed Axa o bancario con Credit Agricole e Bnp Paribas), e in altri comparti industriali, ultimo fra tutti il gruppo Lactalis, che ha acquisito circa l’80% del pacchetto azionario della Parmalat.  La Francia inoltre, riveste un ruolo importante in campo diplomatico, ricopre un seggio permanente all’interno dell’Onu, è lingua ufficiale insieme all’inglese del corpo diplomatico, dell’organizzazione dei giochi olimpici, di vari organismi internazionali, che mantengono la loro sede principale a Ginevra nella Svizzera francofona. Inoltre, attraverso i suoi Centres Culturelles e Alliances Françaises diffusi capillarmente in tutto il mondo, mantiene vivo lo studio della lingua tra gli studenti delle varie nazioni, ed investe molto in questo. In Indocina, in cui sono presenti ex colonie francesi ad esempio, l’uso del francese era quasi stato del tutto soppiantato dagli anni ’70 dall’uso dell’inglese a seguito della forte presenza americana durante e dopo la guerra del Vietnam, ma si è riusciti con degli appositi investimenti in cultura ed istruzione da parte delle istituzioni francesi a far rinascere lo studio della lingua in Vietnam, Laos e Cambogia. In quei paesi adesso, oltre a numerose scuole private, si studia in francese obbligatoriamente una materia scientifica nei licei, contribuendo notevolmente alla sua diffusione, che ormai ha raggiunto gli stessi livelli dell’inglese. Conoscere di conseguenza il francese potrebbe essere utile per la sua capillare diffusione nel mondo e in Europa. Utile in Italia soprattutto in caso di colloqui di lavoro grazie ai continui scambi commerciali ed istituzionali con le varie case madri delle aziende presenti in Italia, potrebbe costituire quel quid pluris che potrebbe fare la differenza rispetto ad altri candidati. Non dimentichiamo poi che la Francia, grazie al suo rinnovato baby boom demografico, diventerà un paese che negli anni supererà anche la Germania per numero di abitanti ed avrà un peso specifico sempre maggiore all’interno dell’Unione Europea, e che riveste un ruolo di primaria importanza nel bacino mediterraneo visti i suoi forti legami con le ex colonie del Maghreb e del Medioriente, Siria e Libano in primis.

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