Una porta per Salerno e i Picentini

Aldo Bianchini

SALERNO – Un giornalista, a mio sommesso avviso, non può e non deve soltanto eclatare la notizia, cosa che purtroppo accade di frequente (per non dire sempre !!) nel mondo del giornalismo salernitano. Un giornalista ha il dovere di porre sempre delle domande, di ripercorrere la storia degli avvenimenti e di recitare sempre il ruolo della controparte senza mai scrivere o parlare con preconcetti. Soltanto così nasce e cresce il dibattito sano e costruttivo intorno anche ad una semplice notizia. Quando, poi, la notizia non è una semplice notizia c’è proprio l’insopprimibile esigenza di discutere in maniera lineare e trasparente. Ecco perché l’idea progettuale “Una porta per Salerno e i Picentini” non poteva e non doveva essere trattata dalla stampa come una notizia fine a se stessa che nasce e muore nel breve volgere di poche righe che semmai il lettore, anche quello più attento, non fa nemmeno in tempo a leggere. L’altro giorno sulla vicenda di che trattasi ho scritto quello che è il mio pensiero e puntuale è arrivata la replica, intelligente – sottile e garbata, dell’architetto Matteo Di Cuonzo (presidente dell’associazione culturale “Archilogare”) che con il suo scritto non ha fatto altro che avvalorare il mio pensiero che, semmai fosse stato critico, era ed è assolutamente costruttivo. Ecco integralmente la lettera che l’architetto ha inviato al giornale online che ho l’onore di dirigere: <<Egregio direttore, forse, non è stata ben compresa l’iniziativa del concorso, infatti, mi premeva precisare che “Una porta per Salerno e i Picentini” significa, in altre parole, porre l’attenzione su un dilemma che attanaglia da troppo tempo le comunità di Salerno e Pontecagnano a ridosso del fiume Picentino per mobilità, socializzazione e urbanistica. Infatti, il “ponte” in questione, come lei accennava nel suo articolo, è secondario a ciò che si vuole ottenere, secondo il mio modesto parere. Il traffico, ad esempio, si ripercuote sì sul ponte, ma riguarda tutto un sistema viario che ruota intorno ad esso. Se si osservano con attenzione le strade in direzione Giffoni e Faiano, Via Budetti (direzione mare) ed altre che si perdono negli “insediamenti abusivi” (vedi PUC Salerno), si riversano tutte sul famigerato “ponte” creando notevoli disagi di traffico. Altro problema sostanziale, riguarda la socializzazione, in quanto quest’area, anche se di confine, è centro urbano per Pontecagnano e periferia per Salerno, ma potrebbe diventare un luogo da vivere (piazza, rotatoria, parco fluviale, ecc.) senza divisioni amministrative. Per quanto riguarda, invece, il problema urbanistico, vien da sé che bisognerebbe riammagliare il territorio del centro urbano di Pontecagnano e la periferia di Salerno con sapienza progettuale in quanto nel bando si evince che non è stato dato nessun limite territoriale all’intervento. Per tali motivi, mi permetto di sottolineare che questo concorso è un’opportunità per i giovani professionisti, per farsi conoscere dall’utente finale e per cercare di creare una cultura architettonica, che chissà come mai, in questo paese stenta a decollare. F.to: Il Presidente dell’Ass. Culturale “Archilogare” Arch. Matteo Di Cuonzo>>. Insomma, nella sostanza, sia io che l’architetto la vediamo allo stesso modo, con qualche valore aggiunto per l’architetto che è, comunque, un tecnico della materia rispetto alle mie quasi infantili conoscenze in materia di urbanistica e di riassetto del territorio. La lettera del presidente di Archilogare ha posto, però, in evidenza (e questo me lo deve lasciar dire !!) la carenza endemica dell’informazione salernitana che non riesce a vedere oltre il suo naso e distrugge in poche righe anche un progetto ambizioso che andrebbe, verosimilmente, presentato e discusso più volte ed in più sedi, tanta è la sua valenza in materia urbanistica anche nel tentativo di “creare una cultura architettonica” per le giovani generazioni di tecnici che allo stato vengono, probabilmente, soltanto sfruttati ed utilizzati sia dai grandi studi professionali che dalla politica in senso lato. L’associazione Archilogare dovrà muoversi con molta attenzione nel mondo politico e mediatico in quanto l’idea progettuale proposta, a patto che non limiti i suoi confini al famigerato ponte di Pontecagnano, cozza inevitabilmente con le esigenze e gli interessi sia della politica che del mondo imprenditoriale, e soprattutto potrebbe urtare la suscettibilità dei “padroni di Salerno” che stringono la Città e l’interland in una morsa asfissiante di potere. Mi permetto di dire queste cose soltanto perché dalla mia ho l’età e la lunga militanza nel mondo del lavoro; in questi ultimi decenni ne ho viste di cotte e di crude con progettualità faraoniche,  interessanti ed indispensabili, che il giorno dopo venivano miseramente cestinate senza alcuna spiegazione logica. Mi auguro che l’architetto Matteo Di Cuonzo possa avere la forza e gli strumenti necessari per portare avanti l’idea progettuale della sua Associazione, un’idea che potrebbe finalmente avviare a soluzione la situazione di assoluto degrado ambientale esistente tra Salerno e Pontecagnano, ed anche oltre. Per chiudere, l’architetto Di Cuonzo con la sua lettera ha aperto una strada verso il confronto e il sano dibattito, anche giornalistico, con la speranza che altri come Lui facciano la stessa cosa senza mai chiudersi a riccio.

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