La voce del padrone/11: l’inferno rossonero ha un solo nome “Barbara”

Aldo Bianchini

SALERNO – Io non sono esperto di calcio, ma alla luce dei risultati della prima giornata di ritorno del campionato di serie “A” e della conclamata crisi del Milan non posso non ricordare a me stesso che ho dato vita a questa rubrica “La voce del padrone” (ovvero “La mia tivvù”) proprio grazie agli accadimenti dell’anno scorso in casa rossonera. Ricordate che all’epoca Massimiliano Allegri era in crisi così come il Milan e sulla scena apparve la mitica e indefettibile figlia adorata dell’ex Cavaliere, Barbara, questo il suo nome, che a mio modo di vedere è la rappresentazione più plastica del cosiddetto “inferno rossonero”. Da Allegri a Seedorf fino ad Inzaghi la solfa non è cambiata; quando in un club o in una struttura c’è più di qualche testa al comando è la fine. Soprattutto quando una di queste teste (lo scrivevo anche l’anno scorso) è in diretto collegamento con “la voce del padrone”, cioè con il proprietario. Nel mio piccolo, sia a TV Oggi che a Quarta Rete, ho vissuto di queste esperienze, e devo dire che avere a che fare con “un figlio, una figlia, una moglie, un’amante, una fidanzata del padrone” non è cosa da poco e non è affatto facile, soprattutto in ambienti piccoli come quelli che la realtà salernitana riesce ad esprimere. Attraverso la parodia di quello che sta accadendo nel Milan con Barbara ancora sospesa tra papà, Galliani, allenatore e giocatori, sto cercando anche di riscrivere la mia storia televisiva che ha attraversato oltre venticinque anni di avvenimenti che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, la città e l’intera provincia. Ovviamente non c’è alcun paragone proponibile tra il macrocosmo del Milan e il microcosmo di Tv Oggi e Quarta Rete, ma la genesi dei problemi è la stessa e nel nostro piccolo ambito, anzi, questa genesi si esaspera ancora di più perché incide in un ambiente ristretto nel quale si è costretti a vivere gomito a gomito anche con chi cospira e trama alle tue spalle. Se da un lato è molto brutto, dall’altro è anche esaltante perchè la battaglia è viva e la si può anche affrontare a viso aperto. Comunque nelle prossime puntate racconterò di tutto e di più, coinvolgendo non soltanto Tv Oggi e Quarta Rete ma anche LiraTv con cui ho avuto una breve seppure pessima esperienza, non soltanto sul piano squisitamente professionale ma anche, se non soprattutto, sul piano umano come del resto ho già anticipato in una precedente puntata di questa rubrica. Ritorniamo al Milan. Per risolvere o almeno iniziare a risolvere la crisi, che appare sempre di più globale, l’ex Cavaliere deve prendere una decisione irrevocabile: buttare fuori Barbara o Galliani. Capisco che la decisione non è delle più facili ma fino a quando nello stesso pollaio continueranno ad esistere ed a muoversi su sponde opposte due galletti non ci sarà pace per le galline, ed il Milan continuerà a sprofondare verso il basso. Come finirà ? Finirà che verrà buttato fuori l’allenatore. Ma dove c’è gusto non c’è perdenza, recita un antico proverbio, e il gusto l’ex Cavaliere lo sta spendendo tutto in favore dell’adorata figlia Barbara mettendole in mano un giocattolo sicuramente più grande e non alla sua altezza. Il calcio non è un ufficio anagrafe dove basta consultare l’archivio per rilasciare un certificato, il calcio è il frutto di lunghissima esperienza, di navigata professionalità e di larga conoscenza dell’ambiente. Forse la bella Barbara pensava, o qualcuno glielo aveva fatto credere, che sarebbe stato sufficiente dire ”sono la figlia del Cavaliere” per risolvere i problemi; in campo non è così e i calciatori del Cavaliere davvero non sanno che farsene, figurarsi della figlia. Per chiudere, mi meraviglio che un uomo come Berlusconi da oltre un anno non riesca a capire che l’inferno del suoi rossoneri si chiama “Barbara” e che, soprattutto, non riesca a porvi rimedio dopo le cavolate inanellate, l’una dopo l’altra, l’anno scorso. Ma ripeto grazie a Barbara riuscirò a raccontare anche la mia storia televisiva locale tra successi e delusioni, una storia condotta sempre sul fili dell’autonomia e dell’indipendenza. Infine per rispondere all’ hashtag lanciato da Marco Mazzocchi a “90° minuto” sui colpevoli della crisi delle due squadre milanesi: per il Milan Barbara, per l’Inter Thohir, entrambi non capiscono niente di calcio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *