Pubblicato il report del Fmi sulla crescita economica globale

Filippo Ispirato

Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato in settimana le nuove previsioni economiche (ovvero l’aggiornamento periodico del World Economic Outlook). Dallo studio e dalle previsioni macroeconomiche effettuate si evidenzia che, nonostante il vistoso calo dei prezzi del petrolio e il miglioramento degli Stati Uniti, la crescita globale non andrà oltre il 3,5% nel corso 2015 e si attestaerà attorno al 3,7% l’anno seguente. Dall’analisi effettuata a livello globale appare inequivocabile che la migliore situazione economica e finanziaria la stiano vivendo gli Stati Uniti con una crescita prevista per l’anno in corso al 3,6% e del 3,3% per l’anno successivo, grazie all’aumento della domanda interna che con i suoi oltre 200 milioni di abitanti ha permesso al paese di crescere in maniera sostenuta. A crescere lentamente al contrario sono l’Europa, sopratutto l’area Euro, ed il Giappone. Il paese del sol levante, in particolare, dal terzo trimestre dell’anno scorso è sprofondato in una recessione tecnica e fa fatica a riprendersi, sebbene il governo di Tokyo abbia già attivato diverse misure e stimoli monetari per fare uscire il paese dalla stagnazione che sta vivendo. Per quanto riguarda l’Eurozona dovrebbe, come gli altri Paesi industriali, giovarsi del petrolio basso, oltre che della svalutazione dell’euro, dell’allentamento della politica monetaria e di una politica fiscale meno restrittiva: la sua crescita si attesterà sull’1,2% quest’anno e sull’1,4% il prossimo. Cifre più o meno in linea con quelle della Germania. Buone prospettive per la Spagna che dovrebbe crescere quest’anno del 2%, unico paese dell’area mediterranea che sembri avere avuto uno slancio nell’ultimo anno. Per l’Italia, al contrario, il Fondo Monetario Internazionale ha nuovamente tagliato le stime di mezzo punto percentuale sia quest’anno sia l’anno prossimo e prevede ora una crescita di un mero 0,4% nel 2015 e dello 0,8% nel 2016, dopo una contrazione dello 0,4% nel 2014 e dell’1,9% nel 2013. Nei Paesi emergenti e in via di sviluppo la crescita dei prossimi due anni dovrebbe rimanere più o meno stabile rispetto alle precedenti previsioni di crescita con la Russia ancora in contrazione, a seguito in particolare delle tensioni geopolitiche legate al conflitto con l’Ucraina e il Brasile, in cui si prevede una crescita per il 2015 dello 0,3% e dell’1,5% per l’anno successivo. Più rosea la situazione in Cina e India con una crescita nel prossimo biennio attorno al 7%, sia per un quadro economico più favorevole che per un quadro politico più stabile; in particolare il subcontinente indiano a seguito delle scorse elezioni politiche dove si sono affermate le correnti più democratiche.

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