Caimangate: De Luca, un uomo solo contro tutti !!

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Ho pensato spesso a cosa potrebbe essere accaduto all’inizio degli anni ’90 ma non sono mai riuscito a capire quali strani intrugli e miscugli abbiano mai versato nell’alambicco delle capacità mediatiche i bravi ed impareggiabili alchimisti della comunicazione Pino Cantillo (il filosofo rosso) e Luigi Gravagnuolo (il comunista mediatico). All’epoca i due alchimisti seguivano passo dopo passo le prime esposizioni mediatico-televisive di Vincenzo De Luca e lo riempivano, forse fino alla noia, di consigli sugli atteggiamenti anche somatici da tenere davanti ad una telecamera. Sta di fatto che in poco tempo riuscirono a trasformare il comunista per eccellenza (che si presentava sempre con maglione nero accollato, tipo dolce vita) in un comunicatore d’eccezione. Ovviamente Vincenzo De Luca ci mise il suo, tanto del suo, da superare rapidamente i maestri e lanciarsi alla grande nel mondo della comunicazione con un look completamente rinnovato con giacca, camicia e cravatta; senza cappotto verde loden che apparteneva ai personaggi imbalsamati del passato ma con giaccone alla moda. Ha capito talmente bene quali benefici un personaggio politico possa ricevere dal modo di apparire e di parlare che si è velocemente cucito addosso il vestito dell’uomo solo contro tutti e deciso a sbarazzarsi di tutti coloro che nel tempo gli hanno dato anche un minimo di fastidio. La sua prima vittima illustre fu proprio uno dei suoi maestri, Pino Cantillo, che si era fidato del suo allievo ed aveva accettato l’incarico di “assessore alla cultura” nella prima giunta deluchiana, quella partorita subito dopo la vittoria del 5 dicembre 1993. Ma Vincenzo si sentiva quasi offuscato dalla presenza del “filosofo rosso” e se ne sbarazzò in meno di quaranta giorni e dal gennaio 1994 il bravo Cantillo è rimasto sempre ai margini di quel partito che pure aveva contributo a fondare ed a far crescere fino alla storica vittoria. Non cadde nella trappola l’altro maestro, Luigi Gravagnuolo, che almeno all’inizio non volle alcun incarico e che nel tempo è stato ripagato con alcuni incarichi all’interno del comune e con il sostegno nella campagna elettorale per la scalata a sindaco di Cava de’ Tirreni. Dalla caduta di Pino Cantillo passarono solo poche settimane che nell’occhio del ciclone entrò Mario De Biase (suo fidato e fedelissimo pro console) con la storia, mai sufficientemente chiarita, della disoccupazione che doveva ottenere dopo il brusco licenziamento da dipendente del PCI; per anni rimase nel cono d’ombra dell’oblio, salvo a ripescarlo per ben importanti e remunerati incarichi fino al ruolo di “sindaco di Salerno” per ben cinque anni dal 2001 al 2006 nel pieno “ventennium deluchianum”. Questi sono soltanto alcuni casi che hanno segnato la furiosa e vertiginosa ascesa al potere di Vincenzo De Luca che sull’immagine di “uomo solo contro tutti” ha saputo costruire, con grandissima abilità, tutta la sua carriera fino ad oggi. Nell’immaginario collettivo l’uomo solo contro tutti è sempre piaciuto, così come piace agli italiani in genere ed ai meridionali in particolare; quando ha abbandonato questo ruolo ha perso. Gli è accaduto nel 2010 ma oggi, forte di quell’esperienza, è partito all’attacco con maggiore forza e con messaggi secchi, chiari e molto penetranti; ed ha vinto la sua battaglia personale per le primarie riuscendo a far credere a tutti, quasi come una minaccia, che gli unici  brogli appartengono a Napoli e provincia e che, pertanto, devono essere pesantemente puniti. Così facendo ha allontanato i riflettori locali e nazionali da quella che è forse l’inchiesta giudiziaria più insidiosa per se stesso e per il partito: il tesseramento 2012 (con annesse due consultazioni primarie e parlamentarie) che la procura Antimafia di Salerno sta conducendo dal novembre 2013. Un fatto che come d’incanto sembra essere passato in  secondo ordine anche presso la segreteria nazionale del Nazareno; un fatto che può esplodere in maniera deflagrante da un momento all’altro. Ma ora è il momento della vittoria, il momento di bere a sorsi pieni dal boccale delle vendette contro tutto e tutti, il momento della rivoluzione di Sanza (paese dove ha preso 439 voti su 454 votanti); e piace sempre di più questo suo atteggiamento tracotante e supponente. Devo riconoscere che a volte piace anche a me, e che spesso sono costretto a non ascoltarlo per non farmi prendere ed avviluppare nelle spire del grande comunicatore che è capace di dare dello “squinternato” al PM che lo ha indagato per la vicenda del termovalorizzatore. Come dire, in questo ha surclassato anche Silvio Berlusconi che mai ha attaccato direttamente e personalmente un magistrato. Adesso, però, deve stare attento, troppe strette di mano, troppe pacche sulle spalle, troppi consensi, troppi falsi adulatori, mentre sullo sfondo si profila la sfida più importante ostacolata dall’ombra della cosiddetta “Severino”, una legge che è un insulto alla democrazia ed allo stato di diritto ma che, essendo stata utilizzata contro Berlusconi, deve essere utilizzata anche contro altri per non farla apparire come una “legge ad personam”.  Ma lui è sicuro, è un  rullo compressore pronto a schiacciare qualsiasi fastidioso insetto, e poi l’immagine di “un uomo solo contro tutti” piace. Il tempo e soprattutto le elezioni regionali ci diranno la verità, per il momento onore e merito al vincitore.

One thought on “Caimangate: De Luca, un uomo solo contro tutti !!

  1. Bravo Direttore, anche questa volta è riuscito a non essere di “parte”.
    Che legge Severino sia un aborto giuridico è ormai cosa arcinota, in particolare la sua retroattività è fuori da ogni logica Costituzionale…..pecccato che di certe cose se ne prenda coscienza solo quando la frittata è già servita.
    Non immagino che il PD metta mano ad eventuali corretivi di questa legge prima delle elezioni di maggio…….sarebbe troppo……ma veramente troppo di parte.
    Peccato che per il “caso” di turno non si possa riportare la Giustizia a qualche cosa di ragionevole,logico,condivisibile.
    Per una parvenza di “responsabilità civile” dei Giudici abbiamo dovuto aspettare 28 anni e l’ANM non si da ancora pace figuriamoci per risistemare la legge Severino.
    In un paese civile una legge del genere non sarebbe stata nemmeno approvata.
    Ma chi di giustialismo ferisce di giustizialismo perisce.
    I peggiori nemici di De Luca non sono i suoi avversari politici ma quelli che nel corso degli anni si sono rappresentati come suoi amici,sodali……..amici di merenda.

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