MORETTI: dai presbiteri alla comunicazione … il pesce d’aprile di Pecorelli !!

Aldo Bianchini
SALERNO – L’altra sera, reduce da un ricovero ospedaliero, mentre attendevo la trasmissione sulla “Salernitana Calcio” ho avuto modo di ascoltare un servizio del tg incentrato sulla “lettera ai sacerdoti” dell’arcivescovo S.E. Mons. Luigi Moretti della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno in occasione del triduo pasquale. Ma è necessario fissare il giorno e l’ora: la televisione era Telecolore presa da una scossa di ribellione, il giorno mercoledì, l’ora intorno alle diciannove. Il contenuto del servizio abbastanza duro, quasi inusuale per le tv locali salernitane, una durezza dettata però soltanto dalla rabbia di dover commentare una lettera del Vescovo che l’ufficio per le comunicazioni sociali aveva inviato a tutte le testate giornalistiche (tranne che alla presente !!) nella mattinata sempre di mercoledì, lettera che era già apparsa sulle pagine de “Il Mattino” con un lungo articolo (depositato in redazione certamente la sera di martedì) a firma del giornalista Giuseppe Pecorelli. Un servizio privo, comunque, di un qualsiasi elemento di approfondimento e commento. Pensai: “meno male che qualche tv incomincia a difendere il diritto di tutti all’informazione”, cosa non tanto abituale in questa benedetta città fatta soltanto di infingimenti. Andai subito a ritroso per recuperare l’articolo di Pecorelli che avevo parzialmente letto al mattino. Si sarà trattato di un pesce d’aprile, dissi tra me e me, ben orchestrato da Pecorelli per non pensare ad una frattura all’interno dell’ufficio per le comunicazioni sociali della curia che da pochi mesi è ufficialmente diretto da don Alfonso D’Alessio che ha sostituito don Nello Senatore. Non conosco Giuseppe Pecorelli, di lui so soltanto che scrive molto sulla Diocesi salernitana, conosco abbastanza sia don Alfonso che don Nello. Un fatto del genere non era mai accaduto, un fatto che rimette in discussione l’intero assetto interno del presbiterio che attraverso la comunicazione trova la sua giusta promanazione verso l’esterno; non esiste che una comunicazione così importante come quella lettera inviata ai sacerdoti possa essere gestita in maniera così leggera e superficiale. Non ci sono giustificazioni; Pecorelli fa il giornalista ma non è né il migliore e né il peggiore, ma così facendo si mette in discussione il rispetto per una istituzione decisamente primaria della nostra comunità cattolica come la Diocesi Arcivescovile. La prima domanda che mi viene da porre è: “Ma allora che esiste a fare l’ufficio delle comunicazioni sociali diretto da don Alfonso che l’arcivescovo ha pazientemente ricomposto ?”. Potrebbe trattarsi, in vero, di una fuga di notizie scorrettamente utilizzata dal giornalista Pecorelli, ma ritenendolo più una persona saggia (perché di chiesa ?) che uno “spudurato” giornalista questa è una tesi che regge poco, anche perché sapeva benissimo che un fatto del genere avrebbe provocato almeno qualche reazione di scontento. Allora, probabilmente, è più facile pensare ad un vero e proprio complotto partendo dall’assunto che Il Mattino, pur non avendo pubblicato l’intera lettera, ha avuto la notizia prima di tutti gli altri, quasi come se stesse ricominciando quel lungo periodo di “guerre intestine” vissute dalla Curia appena una decina di anni fa che portarono alla decapitazione totale (o quasi !!) della nostra diocesi con strascichi di natura giudiziaria che ancora oggi investono il mondo della Chiesa Salernitana, e non solo. Del resto lo stesso tenore della lettera, sottoscritta da mons. Moretti, pone in risalto il disagio che il presbiterio nostrano sta riattraversando perché nulla è stato mai seriamente risolto a livello di assestamento di potere tra le due fazioni che dividono e contrappongono i sacerdoti del territorio in una lotta senza esclusione di colpi. E Moretti pone in evidenza questa sua difficoltà di equilibrio con il grido “siate uniti” nello spirito di tutto quello che anche Papa Francesco sta dicendo per la Chiesa di tutto il mondo; nulla di nuovo quindi per il mondo della Chiesa in generale anche se l’appello dell’Arcivescovo assume a Salerno una valenza particolare, molto particolare. Ovviamente Il Mattino è tornato sulla questione, anche per sviare sospetti di preferenze interne a quel nugolo di giornalisti che da sempre fanno casa e bottega con il potere, attraverso un articolo di Mariano Ragusa (già responsabile della redazione salernitana e fino ad un mese fa in predicato per un nuovo mandato misteriosamente non concesso) che con il suo scritto molto professionale ha cincischiato lanciandosi nell’interpretazione molto palese del contenuto della lettura ma senza affrontare, purtroppo, il vero problema della scissione traumatica che ha spaccato la Chiesa salernitana fin dalla fine degli anni ’90. E allora di che parliamo se non affrontiamo il vero problema ? E si tratta di un problema che è parte assolutamente integrante della storia della nostra città che, probabilmente, neppure i giudici vogliono conoscere; lo dico perché ne ho avuto prova diretta e personale. Ma sembra davvero che nessuno ha interesse a conoscere la storia vera del potere assoluto della città che si incardina alla perfezione in quanto è accaduto al centro del mondo della Chiesa salernitana. Forse rischio la “quarta denuncia” dalla stessa associazione che mi ha già denunciato tre volte e che per il terzo processo la prossima udienza sarà celebrata il 25 maggio 2015, ma non mi va di non dire tutta la verità, almeno quella che conosco io personalmente attraverso le inquietanti rivelazioni di ben “due dossier” che mi accingo a consegnare alla magistratura proprio nell’udienza di cui innanzi. Dunque la Chiesa salernitana, per dirla tutta, sul finire degli anni ’90 si è spaccata letteralmente in due: da una parte i presbiteri aderenti ad una specifica associazione, dall’altra quelli contrari. Alla fine della furiosa battaglia caddero sia l’arcivescovo Pierro che il suo segretario don Comincio prima dell’arrivo di Moretti calato di forza a Salerno per l’avvio di una nuova era che non è mai partita. All’epoca, o subito dopo, c’è stato un travaso nell’occupazione dei posti chiave della Curia e quelli dell’associazione che erano stati fatti fuori da Pierro sono rientrati piano piano grazie a Moretti che, badate bene, sapeva benissimo quale era stata la causa dell’assalto alla baionetta contro Pierro; e se non lo sapeva non so davvero come abbia fatto a governare il bene e il male di questa Chiesa in questi quasi cinque anni. Ecco il significato del grido d’allarme. E adesso siamo ritornati al passato con la parte scalzata da Moretti che sta ritornando imperiosamente all’attacco. Come finirà ? Lasciamolo dire al tempo.

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