SICUREZZA: Sala Consilina si ribella !!


Da Antonio Falese

SALA CONSILINA – Nessuno è al sicuro, nemmeno nelle proprie abitazioni. Questo il messaggio che arriva da Sala Consilina, dove oltre che con i problemi e le difficoltà scaturite dalla crisi, sempre più spesso i cittadini si trovano a combattere con l’arrogante sordità della politica e della burocrazia. Capita infatti di vedere calpestati i propri diritti più elementari da una macchina amministrativa senz’anima: piuttosto che venire incontro alle famiglie, amministratori prepotenti non esitano a schiacciare come bulldozer le “vittime sacrificali” di turno, danneggiando pesantemente chiunque si opponga ai loro obiettivi, spesso ambigui e frutto di procedure a dir poco avventate.
E’ quanto sta accadendo a Sala Consilina, a decine di residenti di una palazzina di 4 piani sita in Via Macchia Italiana, che vedono messi sotto i piedi i propri diritti ed in pericolo la loro tranquillità, in seguito alle decisioni dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Francesco Cavallone, che vanno a sconvolgere direttamente lo status quo del proprio condominio. Tutto comincia con una determina datata Luglio 2014, attraverso la quale il Comune di Sala Consilina decide l’acquisto di un immobile, tramite contributi Ministeriali, da destinarsi a “Centro Socio Assistenziale” per un progetto del Piano Sociale di Zona S10. Da quanto si apprende nel relativo bando, l’immobile dovrebbe essere scelto secondo criteri ben definiti: presenza al centro del paese, servizio dei mezzi pubblici, assenza di barriere architettoniche. Addirittura nel bando si fa riferimento alla creazione di uno “SPORTELLO IMMIGRATI”.
Nella seduta consiliare dell’11 Novembre 2014, nonostante il voto contrario e le forti contestazioni da parte dei 4 consiglieri di minoranza presenti (Colucci, Santarsiere, Pinto e Galiano), la maggioranza delibera l’acquisto dell’appartamento sito al secondo piano del condominio di Via Macchia Italiana per 116mila euro: sulla delibera si legge che il bene acquistato dovrà essere destinato ad assolvere le funzioni sociali per tutti i 19 Comuni del Piano Sociale di Zona Ambito S 10. Nell’ambito della discussione in Consiglio Comunale, alle legittime richieste di chiarimenti in merito poste dai 4 consiglieri di minoranza, da parte dell’amministrazione comunale arrivano soltanto risposte ambigue e fumose sull’utilizzo futuro dell’appartamento acquistato. Stranamente, rispetto ai biblici tempi della macchina amministrativa salese, il pagamento dell’immobile avviene in meno di un mese: la relativa determina di pagamento di 129 mila euro (116 per l’immobile e 13mila per l’atto notarile) è datata 5 Dicembre 2014. Va sottolineato che il finanziamento per il progetto “Arcobaleno Fondo LIRE UNRRA” è datato 2007 e copre meno della metà della spesa compiuta per l’acquisto dell’appartamento (63mila euro). I restanti 66mila 800 euro vengono reperiti da “risorse residue a interventi del Piano Sociale di Zona parzialmente realizzati negli anni 2007-2009”. Le modalità scelte per l’utilizzo delle “risorse residue” del Piano Sociale di Zona si commentano da sole, anche alla luce delle notizie degli ultimi mesi su servizi ridotti e stipendi non pagati da due anni alle lavoratrici delle cooperative sociali. Indubbiamente è questione di priorità.
Ed arriviamo ad oggi: i condomini scoprono che il Comune vuole destinare l’appartamento ad USO SPORTELLO con accesso al pubblico (e quindi uso ufficio), trasferendovi addirittura la sede del Piano Sociale di Zona, che attualmente è situata in via Mezzacapo. Una intenzione ribadita anche dal Dott. Antonio Florio, responsabile del Piano Sociale di Zona, ad alcuni dei condomini. E tutto ciò nonostante né l’appartamento scelto, né il palazzo in questione rispondano ai requisiti richiesti. “La decisione adottata dal Comune –sottolinea Antonio Falese, residente nel palazzo e portavoce dei condomini- è totalmente contro legge. Va a contrastare in primis con quanto scritto a chiare lettere nei atti di acquisto degli appartamenti da parte dei condomini del palazzo: la destinazione degli immobili è ad uso abitativo. Tanto è ribadito anche nel regolamento condominiale consegnato a tutti in sede di stipula degli atti notarili, pertanto vincolante salvo modifica da parte di TUTTA l’assemblea condominiale, che ovviamente è contraria ad una modifica e all’apertura del condominio al pubblico”.
Sostanzialmente il Comune, trasferendo lo sportello del Piano Sociale, opererebbe una violazione del regolamento condominiale (oltre che della legge), costringendo ad un ricorso d’urgenza il Condominio per inibire tale utilizzo “contra legem”. Chi ha acquistato casa nel condominio lo ha fatto sulla base di contratti notarili che assicurano tranquillità, soprattutto per i numerosi bambini che vivono nel palazzo e non corrono pericolo di incontrare sconosciuti. Ora invece di punto in bianco il Comune di Sala Consilina ha deciso che chiunque potrà frequentare ed utilizzare in maniera impropria il condominio, che si appresta a diventare un porto di mare. “Si tratta di una violazione dei nostri più elementari diritti –evidenzia Falese- ma le nostre obiezioni invece di essere ascoltate e considerate, hanno ricevuto solo un arrogante alzata di spalle dell’amministrazione comunale: ovviamente in ballo non ci sono le loro case e le loro famiglie. Il finanziamento concesso era legato alla tipologia di acquisto fatto: invece il Comune vuole utilizzare un appartamento acquistato per civile abitazione per “sgravare” il fitto di un ufficio aperto al pubblico, in evidente contrasto con quanto lo stesso bando del finanziamento ministeriale prevedeva”.
I lavori di adeguamento dell’appartamento sito al secondo piano del palazzo sono già iniziati, e l’ufficio del Piano Sociale di Zona potrebbe essere già aperto il 1 luglio. Quello stesso giorno partirà la denuncia per l’abuso al regolamento condominiale del palazzo. La lotta si preannuncia lunga e dura contro l’arroganza dei potenti, ma i condomini sono determinati a far valere i propri diritti nelle sedi competenti e a rendere pubblico l’abuso subito dall’amministrazione comunale e dal Piano Sociale di Zona. Gli stessi Condomini propongono una soluzione all’Amministrazione Comunale per risolvere la spiacevole vicenda: “Previa sospensione dei lavori che in queste ore (in gran segreto e senza alcuna comunicazione) si stanno svolgendo all’interno dell’appartamento per l’adeguamento dello stesso ad un utilizzo non autorizzato –conferma Antonio Falese- suggeriamo al Sindaco di disporre il trasferimento degli Uffici del Piano Sociale di Zona nei numerosi locali (vuoti) presenti nell’ex Palazzo di Giustizia, e di effettuare le opportune verifiche amministrative in ordine ad un acquisto effettuato in maniera così incauta. Gli amministratori vengono eletti per tutelare i diritti dei cittadini, e mai avremmo pensato di doverci difendere dalla loro prepotente incompetenza. Questa –conclude Falese- è una vera e propria invasione di campo nelle nostre vite, con pesanti conseguenze prima di tutto psicologiche sulla sicurezza e sulla tranquillità delle nostre famiglie. Si tratta di un abuso particolarmente devastante, perché va a sconvolgere le certezze da noi faticosamente costruite. Colpendo l’oggetto sul quale abbiamo investito tutto il frutto dei nostri sacrifici: la nostra abitazione”.

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