MAFIA CAPITALE: Gabrielli, un colpo al cerchio e uno alla botte.

dI M. Ingenito

ROMA – Dunque, il Prefetto Gabrielli ha deciso. Il Comune di Roma non va commissariato. Tutto al più pagano i dirigenti corrotti o presunti tali. Una decisione che salva capre e cavoli e che non cambia affatto lo scenario che ha dato il là all’organizzatissimo fenomeno mafioso di Roma Capitale.
Insomma, la Mafia si salva. Perché, salvando i politici, si consolida la tradizione che vede in loro e nei loro partiti, partitelli e correnti gli ispiratori e i beneficiari diretti e indiretti del fenomeno mafioso. Mentre, mandando al rogo gli esecutori materiali – leggi i dirigenti corrotti o presunti tali – si fa in apparenza piazza pulita, e tutto torna come prima. Qualcuno l’ha scritto da tempo. Tutto cambia perché nulla cambi!
Del resto, è sempre andata così. I politici sono persone raffinate e affatto stupide. Non si sporcano mai le mani. Che siano esecutori di borgata o grandi manager del potere pubblico e istituzionale centrale, se sono persone perbene, nominano persone perbene nei centri di potere. Senza bisogno di specificare. Perché, tra persone perbene, ci si capisce al volo.
Ma, se i politici di turno persone perbene non sono, si avvarranno della collaborazione di dirigenti poco perbene come loro, in grado, per questo, di recepire al volo quei messaggi subliminali riservati ai ladri e ai servi perché si mettano a disposizione non della cosa pubblica, ma di quel politico o di quei politici raffinati e disonesti insieme, dando esecuzione a tutte le porcherie come quelle esplose con MAFIA CAPITALE.
Una botta pesante il Procuratore della Repubblica di Roma, Pignatone, l’ha data l’altro giorno al Sindaco Marino per i provvedimenti superficiali adottati per ‘ripulire’ le zone d’ombra della propria amministrazione comunale.
Come a dire: “Caro Sindaco!, i tuoi provvedimenti sono serviti a poco o a niente. Quindi, avresti dovuto dimetterti!”
Una ‘botta’ schizza pesantemente sul volto dello stesso Prefetto Gabrielli che, investito ad hoc della questione, aveva glissato il problema, limitandosi a trovare un colpevole. I dirigenti, cioè. Non IL COLPEVOLE, leggi la classe politica dirigente romana, senza il cui assenso nessun fenomeno di degrado sociale, morale, economico ed etico – tanto per cominciare – avrebbe potuto consolidarsi così a lungo e senza distinzioni di aree politiche.
Gabrielli salva poltrona e carriera, intanto, Marino l’Amministrazione comunale, Pignatone – non per colpa propria – ci rimette a dir poco la faccia, per avere perduto il sostegno concreto di chi, più di tutti, avrebbe dovuto avallare la sua fondamentale ed intransigente azione penale.Alla fine, avrebbe fatto meglio a non partecipare alla Conferenza del Prefetto Gabrielli, durante la quale sono stati resi ufficialmente noti i risultati dell’incarico ricevuto dal Governo.
Machiavelli persevera, dunque, ufficialmente, e, a suo nome, la corruzione pure. Sempre in nome del popolo italiano!
Ci mancherebbe!!

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